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Viaggio tra le stelle per conoscerci di più

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In scena a Roma L’universo siamo noi di Marco Lombardozzi

ROMA, 29 giugno 2015, 11:47

Marzia Apice

ANSACheck

L 'universo siamo noi. Marco Lombardozzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'universo siamo noi. Marco Lombardozzi - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'universo siamo noi. Marco Lombardozzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Un "viaggio interstellare" comodamente in poltrona: è questa la promessa che Marco Lombardozzi, medico e psicoterapeuta, fa a coloro assisteranno al suo prossimo spettacolo, "L'universo siamo noi", in scena al teatro Sangenesio di Roma dall'1 al 3 luglio. Nessun tentativo di metafora nel titolo, ma una autentica affermazione per spiegare la vera relazione che lega l'uomo all'universo: "Ci hanno raccontato tante bugie, ma la verità è che noi siamo fatti delle stesse particelle di cui sono fatte le stelle", spiega Lombardozzi all'ANSA, sottolineando che "l'universo è un unicum con noi, e dobbiamo comprenderne le leggi per accorgerci che la vita è più bella di come immaginiamo". "Anche la morte assume un'altra connotazione", spiega ancora, "se quando una stella muore diventa un buco nero, anche per noi la morte potrebbe rappresentare il passaggio a un'altra dimensione". Sulla scia delle riflessioni fatte in occasione del recente libro "Le sette porte della felicità" (edito da Edup), un piccolo "prontuario" per stare bene con se stessi, Lombardozzi arriva ora in teatro con un monologo di cui è autore e anche interprete. Ma sul palco non ci saranno solo parole, perché anche la musica avrà un ruolo importante nella pièce: con l'ausilio di Eleonora Tosto e Roberto Deiana, saranno interpretati molti brani celebri (più uno scritto da Lombardozzi per l'occasione) per lasciare spazio anche all'intrattenimento.
    La colonna sonora sarà perfettamente in linea con i temi trattati: non solo le leggi che regolano l'universo, ma anche la fisica quantistica, la medicina, la psicologia, a costruire per il pubblico più di uno spettacolo, quasi uno strumento per fare chiarezza dentro se stessi. Una sorta di richiamo dunque, un invito a trovare gioia e serenità in modo semplice: "L'importante non è sapere o avere di più, ma andare oltre. Noi ignoriamo le dimensioni dell'universo, perché siamo bloccati nel nostro io", afferma, "è come se l'io ci avesse estrapolati dall'universo, rendendoci parti a sé. E invece ne facciamo parte: se ce ne rendessimo conto, potremmo essere più felici". Ma il pubblico sarà pronto ad accogliere questo messaggio? "Credo che tra tante menzogne e false credenze la gente ormai sia pronta", spiega ancora, "in fondo non c'è molto da capire, perché questo messaggio è dentro di noi, basta togliere i filtri che ci ostacolano".


   

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