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In scena a Roma "Lampedusa" Diario di un naufrago e di un amore

In scena a Roma "Lampedusa" Diario di un naufrago e di un amore

In chiave Jazz lunedì sera al Teatro Porta Portese

11 aprile 2015, 22:19

Redazione ANSA

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A sinistra Tonino Tosto insieme agli altri 'animatori ' del Porta Portese - RIPRODUZIONE RISERVATA

A sinistra Tonino Tosto insieme agli altri  'animatori ' del Porta Portese - RIPRODUZIONE RISERVATA
A sinistra Tonino Tosto insieme agli altri 'animatori ' del Porta Portese - RIPRODUZIONE RISERVATA

La fuga, la paura, la disperazione. E poi la speranza e l'amore. Sono i sentimenti rappresentati in “Lampedusa”, opera ispirata al diario del giovane Austine che racconta la sua fuga dal Delta del Niger per raggiungere il “nuovo mondo”: l’Europa. La rappresentazione va in scena lunedì 13 aprile al Teatro Porta Portese di Roma (ore 21).

Il testo, prosa in versi scritti e interpretati da Tonino Tosto, racconta le traversie, le violenze, l’abbandono nel deserto, i compagni di viaggio che non resistono, il lavoro da schiavo, il miraggio del mare, la partenza, l’incontro con Selima. Una giovane che – anche lei in viaggio verso l’Eldorado europeo, ha dovuto sopportare ogni tipo di violenza: “...aiutami, i tuoi occhi sono buoni, diversi dalle belve / che da un anno banchettano sbavando sul mio corpo”.

Ma infuria la tempesta: “…un altro colpo ed il barcone salta / come tentasse l’ultima capriola… arriva un colpo, secco, come di piccone / che tutto squarcia e ci consegna al mare”. È l’ennesimo naufragio. Arrivano dei pescatori che parlano una lingua incomprensibile per Austine: “…Maronna mia aiutatene / Non mollare figghiu, non mollare, bravo accussì. Pigghialo…”.
Per i due giovani Lampedusa è la terraferma, il primo punto d’arrivo: “… e come tartarughe, lentamente, verso la vita / incerta di Domani, sempre più stretti vanno”.

Tonino Tosto reciterà i suoi versi accompagnandoli con immagini e avvalendosi della collaborazione di un jazzista sensibile e creativo come Antonello Salis, che ammanterà con le sue musiche il racconto di Austine e Selima.

“Lampedusa” è tratto dalla storia vera di Austine Osajande, giovane nigeriano fuggito dal proprio paese alla fine del 2008, dopo l’uccisione del padre da parte di membri del movimento rivoluzionario Mend. Un viaggio durato sei mesi, durante il quale Austine ha dovuto affrontare difficoltà e privazioni di ogni genere, ma che gli ha fatto anche incontrare Seline, anch’essa nigeriana, anch’essa in fuga, non solo dal proprio Paese ma anche dai tanti uomini che incontra sul proprio cammino. Così Austine e Seline, che all’epoca hanno 19 e 17 anni, si innamorano. Insieme continuano il loro disperato viaggio verso una nuova vita. Un cugino di Austine vive già in Svezia dove fa il pizzaiolo e lui vorrebbe raggiungerlo. L’ultima parte del viaggio, la traversata in mare, è la più drammatica. Il gommone sul quale sono imbarcati rischia di affondare. È solo grazie all’azione del comandante della nave mercantile turca “Pinar” che si salvano. Arrivano a Lampedusa ad aprile del 2009.

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