"Amore, amicizia, malinconia, la paura del futuro e la voglia sfrenata di viverlo, con sogni da realizzare. Canzoni che esprimono emozioni slegate da tempi e contesti, emozioni che tutti abbiamo prima o poi provato nel corso della vita": così Sergio Caputo racconta all'ANSA quella che è, a suo avviso, la ricetta del successo del suo album più noto 'Un Sabato Italiano' che, per il quarantennale, sarà celebrato da un cofanetto pubblicato con la Sony e da un tour al via da Milano il 12 aprile. Caputo era un giovane pubblicitario con l'hobby della musica quando nel 1983 apparve sulla scena con un album anticonformista, scritto e interpretato da lui, un mix di swing e blues con un linguaggio diretto, fresco e ironico, che gli regalò un grande successo immediato. Pochi avrebbero scommesso che quel primo disco di un giovane appassionato di jazz sarebbe diventato un importante evergreen. Dopo 19 album, molte compilation e migliaia di concerti, Caputo, che oggi vive in Francia dopo la lunga parentesi americana, si appresta a portare il suo 'Un sabato italiano 40 show' a Milano il 12 aprile, a Roma il 26 aprile, a Napoli il 28 aprile e via via nelle grandi e piccole città della penisola. Un sabato italiano, Italiani mambo, L'astronave che arriva, Il Garibaldi Innamorato, Bimba se sapessi ed altri successi cari al pubblico saranno in scaletta. "Il concerto - anticipa il cantautore - prevede l'esecuzione dal vivo dell'intero album celebrato e di hit degli anni successivi. La formazione è di 'settetto', una big band composta da me (chitarra e lead vox ) e da musicisti di altissimo profilo come Fabiola Torresi (basso e voce), Alessandro Marzi (batteria e voce), Paolo Vianello (piano), Alberto Vianello (sax), Luca Iaboni (tromba) e Lorenzo De Luca (sax alto)".
E' felice di questa ricorrenza. "E' incredibile - osserva - come il mio primo album mi abbia inseguito fin qui e venga oggi apprezzato, e considerato attuale, da persone che non erano ancora nate quando uscì. Trovo anche buffo che, nel corso di questi 40 anni, in cui non è mancato chi abbia ostinatamente tentato di blindarmi negli anni '80, io e 'Un Sabato Italiano' abbiamo continuato a trovare un pubblico sempre caldo che continua ad arricchirsi di nuovi fan. Per non parlare delle molte tribute-band". Coerente con la sua ispirazione, Sergio Caputo osserva che "in questi tempi, nei quali la musica è spesso usa e getta e troppo basata sui personaggi", il destino gli ha regalato "il privilegio" di poter salire su un palco e cantare storie ad un pubblico che le considera parte della propria vita. "Le case discografiche, cadute nella trappola dello streaming, sono continuamente costrette a produrre cose nuove da una parte - osserva - ma dall'altra vedono la loro esistenza futura legata al 'catalogo' e ai successi intramontabili di artisti che hanno fatto storia e dei quali acquisiscono in blocco i diritti e i master sapendo che i classici non tramonteranno. Voglio dirlo, ci sono dentro anch'io, e dopo un lungo pezzo di strada percorsa da 'indie', ho affidato ciò che possedevo del mio catalogo indipendente alla Sony sapendo che lo avrebbe gestito molto meglio di me in futuro. Ora, in occasione del quarantennale di 'Un sabato italiano', con la Sony, metteremo insieme un cofanetto. Ci sarà il remake fatto in occasione del trentennale con la big band più alcuni inediti e probabilmente un 'back to the future': un bel vinile". I messaggi del pubblico sono sorprendenti. "I più belli - racconta - arrivano da persone che mi raccontano di aver superato un periodo buio ascoltando le mie canzoni. Ne ho pubblicate circa 200, ma l'album 'Un Sabato Italiano' continua ad essere amato in modo particolare. Oggi posso dire - conclude sorridendo - che mi sopravviverà, ed è una grande soddisfazione".
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