(di Luciano Fioramonti)
L' amore struggente di Alceste pronta
ad affrontare il "dolce sacrificio" della morte per far vivere
il suo Admeto ha conquistato il pubblico dell'Opera di Roma. Un
lungo applauso ha decretato il successo del capolavoro di Gluck
messo in scena dal regista e coreografo belga Sidi Larbi
Cherkaoui con la direzione d' orchestra di Gianluca Capuano.
Bravi gli interpreti, dal mezzosoprano Marina Viotti al debutto
sul palcoscenico romano nel ruolo della protagonista, al tenore
Juan Francisco Gattel nei panni del re malato, alle altre voci,
ai ballerini della compagnia Eastman - fondata da Cherkaou ad
Anversa - e gli allievi della Scuola di Danza del teatro diretta
da Eleonora Abbagnato.
Un plauso particolare va al maestro Capuano, grande esperto del
repertorio settecentesco, che ha guidato saldamente l'orchestra
in un' opera da lui stesso definita molto complessa per i
solisti, il coro e i musicisti e proprio per questo poco
eseguita. Al Teatro Costanzi Alceste è stata rappresentata l'
ultima volta nel 1967 e aveva avuto due precedenti solo nel 1937
e nel 1940. Il dramma, su libretto di Ranieri de' Calzabigi,
proposto per la prima volta in Italia nella versione in francese
del 1776 che seguì di pochi anni quella in italiano segnata da
giudizi alterni. L' allestimento di Sidi Larbi Cherkaoui,
allievo di Anne Teresa De Keersmaeker, ha debuttato con successo
nel 2019 alla Bayerische Staatsoper di Monaco. Il balletto, al
quale Gluck riservò un ruolo importante nella sua riscrittura,
accompagna i tre atti svolgendo, nelle intenzioni del regista,
il ruolo di ''coro muto'' nel tratteggiare visivamente la trama
musicale. La scena, scarna ed essenziale, si anima nel terzo
atto quando Alceste e Admeto si avvicinano alle porte degli
inferi e vengono circondati da alti spettri neri che il semidio
Ercole, determinato a salvare i due innamorati, annienterà
inducendo Apollo a risparmiarli. Per Capuano, che al Costanzi
ha già diretto Gluck, il compositore tedesco va considerato un
autore preromantico da cui anche Mozart attinse, in particolare
da Alceste per il suo Don Giovanni. La sua musica, però, ''resta
un arcipelago ancora poco indagato". Repliche il 7, 9,11 e 13
ottobre.
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