La Sonnambula di Bellini segna il
debutto di Diego Ceretta in un'opera di repertorio. Prova
superata a pieni voti, ieri sera a Cagliari, per il giovane e
apprezzato direttore milanese, 26 anni. Sul podio del Teatro
Lirico ha diretto Coro, Orchestra e compagnia, riuscendo a
trovare un fil rouge nella drammaturgia del capolavoro
belliniano.
"Un titolo non facile, ricco di insidie, che mette molto
alla prova, richiede molta cura, lavoro e fantasia", ha detto
all'ANSA Diego Ceretta alla vigilia della prima. Con la
finissima partitura ricca di arie, duetti e accenti lirici, i
bei soli del primo corno in dialogo coi cantanti, La Sonnambula
ha trasportato il pubblico in un'atmosfera di bellezza e
incanto. Capolavoro del Belcanto italiano, melodramma semiserio,
opera idillico-pastorale, è stata accolta da lunghi applausi e
"brava" e "bravo" soprattutto per i due protagonisti. In primis
Gilda Fiume: grande interpretazione e brillante prova sia per
vocalità che presenza scenica. Il soprano, con la sua voce
morbida, soave e suadente, ha reso al meglio la parte di Amina.
A interpretare il ruolo di Elvino è stato Antonino Siragusa,
tenore dalla voce sicura ed elegante,. Il Conte Rodolfo è Guido
Loconsolo, basso con la voce dalle sfumature ambrate.
Nel cast anche Irene Molinari (Teresa); Michela Varvaro
(Lisa); Andrea Porta (Alessio). La Sonnambula è stata proposta
nell'allestimento firmato da Bepi Morassi, che ha esordito nel
2012 a La Fenice di Venezia. Privilegia e sottolinea l'aspetto
teatrale, la sua regia di impianto per lo più tradizionale,
arricchita da trovate sceniche di forte impatto visivo. A
partire dall'ambientazione col sipario che si apre su una
stazione sciistica svizzera anni '30, in un richiamo, voluto, ai
vecchi film di montagna, con le immagini delle vette innevate
proiettate sullo sfondo. Poi la funivia - rossa, come la
corriera - tramite la quale il Conte Rodolfo, deus ex machina
dell'intricata vicenda amorosa arriva nel villaggio svizzero
dove fa buio presto, per illuminare con la conoscenza, misteri e
dicerie sussurrate a mezza voce dal coro ben preparato da
Giovanni Andreoli.
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