Brahms considerò sempre Schumann il
suo univo e vero maestro restandogli accanto anche durante gli
ultimi anni segnati dalla malattia mentale che lo avrebbe
portato alla morte. A questi due grandi compositori è dedicato
l' appuntamento con Benedetto Lupo, tra i pianisti più
acclamati, che l' Istituzione Universitaria dei Concerti
propone il 21 gennaio nell' Aula Magna della Sapienza. "Ho
sempre amato suonare pagine di Brahms e Schumann insieme in
concerto - spiega il musicista -. Sono autori che mi hanno
accompagnato fedelmente in tutti questi anni e che, nel caso di
Schumann, non ho mai smesso di suonare sin dall'infanzia neanche
per un attimo". Stavolta l' attenzione è rivolta ''ai tormenti
del giovane Schumann nel maneggiare le forme classiche e
all'abbandono da parte di Brahms delle stesse, nelle sue ultime
composizioni per pianoforte. La dolorosa intimità dei
Klavierstücke op. 118 e op. 119 di Brahms sembra a volte
ricongiungersi, nonostante l'amarezza senile, ad alcuni momenti
di struggente intimità del giovane Schumann, dove le emozioni
non sono mai semplicemente suggerite''. Di Schumann saranno
eseguite le tre Romanze op. 28 e la Seconda Sonata. Benedetto
Lupo si è imposto all'attenzione del mondo musicale affermandosi
nel 1989, primo italiano, al Concorso Internazionale Van
Cliburn. Da qui la collaborazione con le più importanti
orchestre americane ed europee quali la Philadelphia Orchestra,
la Boston Symphony, la Chicago Symphony, la Los Angeles
Philharmonic, l'Orchestre Symphonique de Montréal, la Seattle
Symphony, la Vancouver Symphony, la London Philharmonic e la
Gewandhaus Orchester di Lipsia. Lupo è titolare della cattedra
di pianoforte nell'ambito dei corsi di perfezionamento
dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, di cui
Accademico effettivo dal dicembre 2015.
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