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Vasco Brondi, racconto il 'Paesaggio dopo la battaglia'

Musica

Vasco Brondi, racconto il 'Paesaggio dopo la battaglia'

Il nuovo album in uscita il 7/5 a quattro anni dal precedente

MILANO, 05 maggio 2021, 14:01

Carlo Mandelli

ANSACheck

Vasco Brondi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vasco Brondi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vasco Brondi - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Paesaggi universali e intimi, maestri che vanno da Kurt Cobain al Dalai Lama. La poesia di Vasco Brondi tra la città dove tutto corre e la provincia dove molto si perde, o forse no. C'è tutto questo e altro nel nuovo album di Brondi da Ferrara, 'Paesaggio dopo la battaglia', in uscita venerdì 7 maggio. "Racconto di paesaggi che sono intimi e universali, interiori, che raccolgono gioie e frustrazioni. Un paesaggio, dopo la battaglia, è intimo ma anche fatto di relazioni con se stessi o con un'altra persona, con un amico. E' anche un paesaggio universale. Pensavo al contrasto tra le leggi dell'universo e le leggi della città che vanno in contrapposizione. Ci pensavo per la vicenda Carola Rackete: nel momento in cui ubbidisci ad una legge dell'universo che ti spinge a prenderti cura di qualcuno che sta per morire, ti trovi paradossalmente a violare una legge della città".
La cover dell'album è una foto inedita di Luigi Ghirri, omaggio alla figura e all'opera del grande artista italiano, filosofo del silenzio. Scattata dalle parti di Ferrara, ritrae un'utilitaria che se ne esce indisturbata da un cielo apocalittico: "E' una metafora anche di questo periodo - ha detto Brondi - e delle capacità di uscire da perdite difficili con una scrollata di giacca".
Un totale di dieci tracce, che riportano in scena Brondi dopo la conclusione dell'esperienza Le Luci Della Centrale Elettrica. Battaglie condivise, incroci di mani, pelle e odori.
Da '26000 giorni', che è l'età media mondiale degli esseri umani, fino a 'Il sentiero degli Dei' che chiude l'album con una chitarra acustica 'grezza', quello di Brondi è un racconto delle giuste proporzioni tra gli esseri umani, dove il cantautore sposta "la centralità della vita umana intesa come corsa senza tempo tra social network e realizzazione lavorativa. Deve esserci qualcosa di più e di diverso". Brondi racconta per poesia, sacra o profana che sia. Cita il Sant'Agostino di "amate e fate ciò che volete" in 'Ci abbracciamo' ma anche Franco Arminio, i Partigiani raccontati da Fenoglio. Le canzoni d'amore di Brondi sono anomale, si chiamano 'Due animali in una stanza' e ' Mezza nuda', si chiamano 'Adriatico' ("un liscio esistenziale") e sono un'ode alla bassa marea e alle acque torbide, quelle che confondono, nascondono e mischiano. "Il luogo da cui viene la poesia - racconta Brondi - è sempre lo stesso, indipendentemente da chi la fa. Ho sempre mischiato le cose e la mia formazione ha seguito il mio istinto, saltando di epoche storiche, autori e autrici, viaggiatori e reporter. Maestri che cambiano e che prima si chiamano Kurt Cobain e poi Dalai Lama. Per me hanno la medesima forza. Mi piace mantenere lo sguardo ampio e farmi ispirare dalle cose più distanti". Poesia che valica anche la forma canzone e la forma in generale, quella di 'Chitarra nera', preghiera laica, libera dal dover rispettare un andamento preciso. "Non è una canzone - ha commentato il cantautore - e non so bene cosa sia. Forse è espressione pura. E' Nick Cave e Burroughs e Ginsberg. Ho seguito il filo della verità di un racconto che non è nemmeno hip hop".
'Paesaggio dopo la battaglia' è ancora un album autoprodotto.
"Perché quando sono convinto di una cosa - ha confessato Brondi - fatico a mediare. Mi sono sempre autoprodotto. Andrea Pazienza diceva che è importante essere schiavi della propria arte e non i datori di lavoro del proprio talento. L'autoproduzione è sempre più rischiosa ma per me è l'unico modo di fare".
Occasione per raccontare il nuovo album, per Brondi saranno gli incontri nelle università tra filosofi, filologi, psicologi e scrittori, in programma dalla prossima settimana, come un tour, le cui prime date annunciate prenderanno il via il 28 giugno dal Castello Sforzesco di Milano. Poi Fiesole, Bologna e ancora Collegno, Villafranca di Verona, Como e il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, il 30 luglio. "Le canzoni e l'arte - dice Brondi - ci servono per scavare e scoprire quello che abbiamo in comune. Servono a togliere la polvere dalle cose".

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