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Roby Facchinetti, mia Bergamo rinascerà dal dolore

Roby Facchinetti, mia Bergamo rinascerà dal dolore

Paura e speranza nel brano scritto con D'Orazio, omaggio a città

ROMA, 27 marzo 2020, 09:33

di Claudia Fascia

ANSACheck

ROBY FACCHINETTI - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROBY FACCHINETTI - RIPRODUZIONE RISERVATA
ROBY FACCHINETTI - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una città che soffre. In un silenzio irreale, in uno spazio irreale. Bergamo, una delle zone d'Italia più duramente colpite dall'emergenza coronavirus. "Mi affaccio alla finestra e mi stupisce quest'aria pulita che avevamo dimenticato, mi fa paura questo silenzio, perché l'unico suono che si fa spazio è quello delle sirene delle ambulanze". Si commuove Roby Facchinetti, recluso da oltre venti giorni nella sua casa della città lombarda. Come tanti, ha dovuto fare i conti con lutti inaspettati: un cugino e un caro amico. E poi tanti, troppi conoscenti che se ne sono andati senza potersi scambiare un ultimo saluto.
    "Siamo tutti uguali davanti al virus. Ogni chiamata che ricevo è un drammatico bollettino di nuovi contagi o di morti, ormai ho timore quando squilla il telefono. E la frase che sta diventando sempre più ricorrente tra noi è: speriamo di rivederci. Così, senza aggiungere altro, perché c'è solo questo da augurarsi", racconta l'ex Pooh, provato dal dolore, dalla rabbia, dalla tensione e dalla paura. "Ma è il terrore il sentimento che più di altri ci appartiene in questo momento - dice, con un filo di voce -. Per quello che può succedere alle nostre famiglia, alle persone care. Uscire di casa è come camminare su un terreno minato. La situazione non è tragica, di più. Al cimitero c'è una lista di due mesi, gli ospedali sono al collasso, medici e infermieri, veri eroi ed eroine, sono allo stremo. Ed è destabilizzante il non sapere quando tutto questo finirà: siamo impotenti e ci chiediamo, senza avere risposta, dov'è Dio in questo momento". Quel Dio delle città che, come mai prima di oggi, ci fa essere e sentire "Uomini Soli", come cantavano proprio i Pooh.
    In questa situazione così drammatica, Facchinetti si è rivolto a ciò che da sempre lo ha aiutato nei momenti più belli e in quelli più bui della sua vita: la musica. "Quando, qualche giorno fa, ho visto le immagini dei camion militari che portavano via le bare da Bergamo, ho pianto a dirotto. Sono passati a 50 metri da casa mia: ho immaginato che ci potessero essere anche i miei cari lì. Un'immagine che mi ha distrutto emotivamente - continua ancora nel suo racconto straziante -.
    Avevo bisogno di esserci in qualche modo, di reagire, di fare la mia parte con quello che so fare. E allora mi sono messo al piano e in 5 minuti è nato un brano dedicato a Bergamo al quale ho dato un titolo che fosse un'esortazione a farcela: 'Rinascerò, rinascerai'. La musica è evasione e abbiamo bisogno di non pensare per un po' a quello che sta succedendo, o almeno di pensarci meno".
    Composta la musica, serviva un testo che fosse tutt'uno con lo spartito. Facchinetti ha chiamato l'amico di sempre e collega Stefano D'Orazio (romano, ma bergamasco d'adozione), che nel giro di qualche ora ha messo giù un testo sincero, commovente, sensibile, pieno di fiducia e di rispetto per chi sta soffrendo.
    "Stefano mi conosce benissimo, e conosce altrettanto bene Bergamo e la sua popolazione. Ho trasferito a lui i miei sentimenti a parole e con la musica. Il risultato è un omaggio alla città ferita, che saprà rinascere. Anche per questo per i cori ho voluto amici bergamaschi, riuniti grazie alla collaborazione di Daniele Vavassori, e le chitarre del finale sono suonate da Diego Arrigoni, il chitarrista dei Modà, anche lui di Bergamo".
    "Bergamo è la mia seconda città - racconta Stefano D'Orazio - ci ho vissuto gran parte della mia vita artistica e la porto nel cuore. Quando Roby mi ha chiamato singhiozzante mi sono messo subito al lavoro". Una citazione di Dante a "riveder le stelle", "perché alla fine anche noi riusciremo ad uscire dal nostro Inferno, anche se niente forse sarà più come prima. Sperando di imparare a dare più importanza ai sentimenti e non agli interessi". E un auspicio a tornare "a fidarci di Dio". "Che sembra il grande assente - ammette D'Orazio -, ma non possiamo credere di essere stati abbandonati".
    Il brano, arrangiato da Danilo Ballo con il mixaggio di Marco Barusso, sarà disponibile (per Sony Music) da domani e sarà accompagnato da un video con immagini della città montate con i volti di coloro che hanno partecipato al progetto, tra cui il personale ospedaliero, medico, infermieristico di Bergamo, il mister e i giocatori dell'Atalanta. I proventi saranno interamente devoluti all'ospedale della città Papa Giovanni XXIII per l'acquisto di attrezzature mediche.
    E sabato 28 marzo RTL 102.5 dedicherà dalle 8 alle 9 uno spazio speciale all'iniziativa "Una canzone per Bergamo", con Facchinetti e D'Orazio in collegamento per raccontare come è nato il progetto; parteciperanno anche personalità della città di Bergamo come il sindaco Giorgio Gori, Giorgio Pasotti, Sofia Goggia e altri.
   

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