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Caparezza, "il mio album tra prigionia e libertà"

Caparezza, "il mio album tra prigionia e libertà"

'Prisoner 709' esce domani e fa conti con disturbo all'udito

MILANO, 15 settembre 2017, 09:52

di Carlo Mandelli

ANSACheck

Caparezza - RIPRODUZIONE RISERVATA

Caparezza - RIPRODUZIONE RISERVATA
Caparezza - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il nuovo album di Caparezza, in uscita oggi, s'intitola 'Prisoner 709'. Il lavoro da studio arriva a tre anni di distanza da 'Museica' e ha in scaletta un totale di sedici brani, da 'Prosopagnosia' (termine che indica un deficit percettivo del sistema nervoso) con John De Leo a 'Prosopagno-sia!". Caparezza, prima e durante la realizzazione dell'album, ha dovuto fare i conti anche con l'accentuarsi di un disturbo all'orecchio, clinicamente conosciuto come acufene. "A giugno 2015 il fischio che avevo nelle orecchie da anni è aumentato fino a diventare una tortura - ha spiegato Caparezza - e paradossalmente il disco potete ascoltarlo meglio voi di quello che ho potuto fare io, perché ho perso delle frequenze.

    Ho passato un periodo fatto di malumore e fischi nell'orecchio, mi sono chiesto perché proprio a me e perché ho concentrato tutta l'esistenza sulla musica. Poi invece sono tornato a scrivere". A differenza del precedente capitolo discografico di Michele Salvemini, questo il vero nome del cantautore (ormai non più solo rapper) di Molfetta, che era un esplosione di colori, 'Prisoner 709' ha un approccio tutto diverso, volutamente più cupo e introspettivo. "Questo è un album in bianco e nero - ha spiegato la voce delle nuove 'Forever Jung' e 'Migliora la tua memoria con un click' assieme a Max Gazzé - perché anche se sono sempre stato ironico e allegro, per tutti arriva un momento di riflettere, per poi magari prendere il periodo che si sta passando per quello che è. Con queste canzoni ho fatto una sorta di autoanalisi, pur non conoscendo molto di una materia come la psicologia alla quale mi sto avvicinando solo adesso". Un disco di riflessione ma anche di 'rivolta', quello di Caparezza, che ha affidato il percorso di 'liberazione dalla sua prigione' al suono potente di tutto l'album. "Anche la sonorità fa parte del suo stato d'animo che ho voluto raccontare - ha detto il cantautore - e della scossa che ad un certo punto ho deciso di darmi. Scrivendo parte di queste canzoni mi sono accorto che stavo vomitando tutti i miei stati d'animo del momento, che solo una volta esorcizzati mi hanno permesso di andare avanti vivendo i lavori come una reazione a qualcosa".
   

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