Il giudice del tribunale di
Bologna Valentina Tecilla ha condannato a due anni il regista
Stefano Salvati per calunnia nei confronti di Vasco Rossi, di
cui è stato manager tra fine e 2012 e il 2013, prima che il
rapporto si interrompesse. Il processo penale aveva al centro il
legame professionale tra i due e in particolare la stipula di un
patto di riservatezza.
Ad aprile 2014 Salvati citò in giudizio civile il cantante,
chiedendo il pagamento della prima rata prevista dall'accordo
sulla privacy, a suo dire oneroso: sei milioni in 30 anni,
200mila euro all'anno. Per Rossi, che querelò il regista, fu
effettivamente firmato un accordo, ma gratuito e uguale a quelli
sottoscritti con altri collaboratori. Quello a pagamento,
invece, era falso.
Il Pm aveva chiesto due anni e dieci mesi per l'imputato,
presente in udienza a differenza del rocker, parte civile. Il
giudice ha anche stabilito che Salvati dovrà risarcire il
cantante con 10mila euro.
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