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Iggy Pop, i 70 anni dell'Iguana

Iggy Pop, i 70 anni dell'Iguana

Asshole Blues, non si smentisce con un singolo per il compleanno

ROMA, 21 aprile 2017, 11:43

Paolo Biamonte

ANSACheck

Musica: Iggy Pop, i 70 anni dell 'Iguana © ANSA/EPA

Musica: Iggy Pop, i 70 anni dell 'Iguana © ANSA/EPA
Musica: Iggy Pop, i 70 anni dell 'Iguana © ANSA/EPA

Tanto per non smentirsi, il nuovo brano che Iggy Pop pubblica il 21 aprile in occasione del suo 70mo compleanno si intitola "Asshole Blues", è un blues spoglio chitarra acustica e voce che, nelle parole del suo autore-interprete "è la storia di uno stronzo che mi vuole rubare la scena. E' un brano carico di energia negativa, ascoltatelo a vostro rischio e pericolo". Ecco, appunto. E tanti auguri. James Newell Osterberg Jr., "l'iguana", per tutti Iggy Pop, non molla. D'altra parte se c'è uno che non avrebbe scommesso un cent sul fatto che sarebbe arrivato a festeggiare 70 anni è proprio lui che rimane uno dei simboli della furia trasgressiva nel rock.

Basta guardarlo sul palco: petto nudo, muscoli palestratissimi, continua come se nulla fosse la sua routine di padre fondatore del punk. Ed è sorprendente che una volta sceso dal palco, Mr Osterberg sia un tranquillo signore dallo sguardo spiritato che ha una passione per gli studi storici sull'impero romano. Per capire da dove provenga un personaggio del genere bisogna tornare alla Detroit dei primi anni '60. Iggy e i suoi amici erano degli emarginati bianchi che si sentivano lontani sia dalla musica della Motown, che aveva messo la Motor Town al centro del mondo, sia dalle lotte dei neri per il riconoscimento dei loro diritti. A Detroit però c'era la Grande Ballroom, una vecchia sala da ballo che diventò il cuore della musica alternativa: qui si esibivano gli Mc5 e le band più importanti.

Proprio qui cominciò l'avventura degli Stooges, la band che ha segnato la vita di Iggy Pop e che rappresentava in musica il furore di quei ragazzi. Un rock riportato al grado zero, senza concessioni e paure, il Punk suonato con anni di anticipo. Non era una musica da classifica, anche in quegli anni così pieni di slanci creativi e, tra mancanza di denaro e l'uso smodato di droghe pesanti, la situazione finì fuori controllo. All'inizio degli anni '70 Iggy Pop era senza band, senza contratto, senza casa e in balia della dipendenza da eroina. Lo ha salvato David Bowie che prima ha prodotto "Raw Power", l'album che ha fatto rimettere insieme gli Stooges (che si sciolsero di nuovo dopo un concerto finito in una rissa con un gruppo di bikers) poi producendo i due album solisti più importanti della carriera di Iggy Pop, "The Idiot" e "Lust for Life", l'album che, a parte la title track diventata poi il brano simbolo di "Trainspotting", contiene anche "The Passengers".

L'amicizia con Bowie ha dato altri frutti, visto che "l'iguana" è co autore di "China Girl", "Tonight" e "Sister Midnight". "Mi ha resuscitato - ha detto Iggy in un'intervista con il New York Times - La nostra amicizia era basata sul fatto che quest'uomo mi ha salvato da un punto di vista professionale e forse anche da un annientamento personale. E' molto semplice". In realtà ci sono voluti molti anni prima che si liberasse dalle sue dipendenze e riuscisse a tornare a un'esistenza che non fosse un inferno. A parte Bowie, a tenerlo a galla è stata la sua leggenda, il suo status riconosciuto di anticipatore, di simbolo vivente della trasgressione. Nella sua biografia arrivano dischi solisti fortunati come "Blah-Blah-Blah", "American Caesar", il ritorno degli Stooges, l'introduzione nella Hall of Fame del rock'n'roll, ben 18 colonne sonore di film che contengono sue canzoni, un biopic, "The Passenger" con Elijah Wood nei panni di Iggy, tanti concerti, l'inevitabile e sconvolgente autobiografia. L'anno scorso l'ultimo album solista, "Post Pop Depression". Anni fa il 70mo compleanno di Iggy Pop sarebbe stato quotato meno del Leicester campione d'Inghilterra. Oggi è una tranquilla realtà. Ma se si avvicinate a un suo concerto ricordatevi che lo fate a vostro rischio e pericolo.

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