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Ligabue, "comunista" ormai non ha senso

Ligabue, "comunista" ormai non ha senso

Superato edema corde vocali, partito da Acireale tour palasport

ACIREALE, 16 febbraio 2017, 12:05

di Claudia Fascia

ANSACheck

luciano ligabue acireale - RIPRODUZIONE RISERVATA

luciano ligabue acireale - RIPRODUZIONE RISERVATA
luciano ligabue acireale - RIPRODUZIONE RISERVATA

ACIREALE - Atto primo: tutti e 14 i brani del concept album Made in Italy, uscito poco più di due mesi e certificato triplo platino, nell'ordine esatto in cui sono stati pubblicati, con tanto di visual a tenere il filo del racconto. Atto secondo: un tuffo nel passato, con alcuni dei suoi classici, scelti tra il 1990 e il 2010, "per mandare a casa la gente contenta". Luciano Ligabue, dopo la doppia sbornia del Liga Rock Park di Monza dello scorso settembre davanti a oltre 130 mila persone, si è rimesso in movimento con Made in Italy - Palasport 2017 "per raccontare l'ultimo disco ai ragazzi, andando a casa loro": 55 date in programma nei palazzetti di 26 città fino a maggio, per un totale di circa 370 mila totali, che hanno preso il via ieri sera da Acireale, in Sicilia. Con 10 giorni di ritardo sulla tabella di marcia iniziale ("ma non ho seguito Sanremo, preferisco le serie tv"), perché Ligabue, causa un edema alle corde vocali ormai quasi riassorbito, ricordo della "peggior influenza della mia vita", è stato costretto a cancellare le prime cinque date di Roma (saranno recuperate tra aprile e maggio). "Non mi era mai successo prima: ho dovuto fare i conti con questa nuova vulnerabilità e questo mi ha segato le gambe. Ma o mi fermavo 10 giorni ho rischiavo uno stop di sei mesi", ha spiegato il rocker di Correggio dopo le due ore e un quarto di concerto, durante le quali non si è risparmiato regalando ai fan una versione acustica di Non è tempo per noi e di Lambrusco e pop corn ("Siamo moderni, suoniamo ancora gli strumenti", ha scherzato). "E' stata dura aspettare, anche perché avevo voglia di tornare, di raccontare il mio disco, che non è un disco politico, ma l'espressione di un sentimento non risolto, di un amore non corrisposto verso l'Italia, della frustrazione per tutto ciò che non funziona. Ma questo non ha a che fare né con la sinistra né con la destra. Sono deluso: avevo creduto che fosse possibile che la politica si occupasse degli ultimi, che non li lasciasse indietro. Ma sono contento di aver avuto quella illusione". Per raccontare il suo smarrimento, la sua delusione ha scelto di affidarsi a Riko, protagonista del racconto e suo alter ego. Un povero diavolo in piena crisi esistenziale, economica, familiare. "Quelli come Riko, non hanno voce, non c'è nessuno che li racconti". Nessun ricetta pronta in tasca, però. "Ce l'hanno tutti, io no". In un mondo liquido, in trasformazione come quello in cui stiamo vivendo, perdono di significato anche le definizioni alle quali siamo stati da sempre abituati. Come 'comunista', che oggi porta il rolex, parafrasando Fedez e J-Ax. "La parola 'comunista' ormai non so che senso abbia. Io so di venire da una famiglia comunista e da sempre sono simpatizzante di sinistra, ma non ho mai preso la tessera di nessun partito. Ho bisogno della mia libertà di pensiero". La stessa delusione di Ligabue ha portato molti a rifugiarsi nelle nuove realtà politiche, primo tra tutti il Movimento 5 Stelle. "Capisco chi ha un rifiuto facile verso chi ha rappresentato la politica finora: è razionale e fisiologico. Ma io non ho le idee chiarissime. Però i 5 stelle hanno fatto una proposta di sinistra: il reddito di cittadinanza". Politica a parte, il personaggio di Riko sarà anche quello che riporterà Ligabue dietro la macchina da presa, dopo Radiofreccia e Da zero a dieci. "Ci sono due motivi che mi hanno tenuto finora lontano dal cinema: durante Radiofreccia è nato mio figlio, mentre giravo Da zero a dieci è morto mio padre, ed è come se fossi rimasto scottato da quella esperienza. E fare un film è una fatica boia, ci vuole una pazienza che io non ho, la soddisfazione che ne ricavi è infinitesimale rispetto a quando la gente canta davanti a te e poi devi stare lontano dalle scene per un anno. E poi l'alibi era che non avevo una storia. Adesso la storia c'è. Sto pensando però a una nuova struttura di film. Ho in mente Quadrophenia". Riko-Luciano, intanto, farà il giro d'Italia, con una scaletta che cambierà per 4-5 canzoni ogni sera. Ci sarà spazio anche per una data di beneficenza il 27 aprile a Reggio Emilia.

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