Sono di una compositrice italiana, Lucia Ronchetti, le musiche di una delle due prime assolute in cartellone questa stagione del ''Berliner Ensemble'', lo storico teatro che fu di Bertolt Brecht. Ad andare in scena in queste settimane dopo la prima del mese scorso e' ''Abschlussball'', un ''Ballo studentesco'' fatto anche di installazioni luminose, video proiezioni e 'sculture' ideate da Achim Freyer, l'anziano e venerato regista tedesco che li ha dislocate sia in scena che in platea.
''Lo spettacolo e' in forma di installazione visiva iridescente, cangiante e in continuo movimento che trasporta il pubblico all'interno di un sogno chagalliano'', ha sintetizzato all'ANSA la compositrice di origine romana. La piece, il cui sottotitolo e' ''Ein Lamento in Bilder'' (Un lamento in immagini), e' una riflessione scenica su una possibile imminente apocalisse: gli attori sono sempre in scena, si muovono secondo coreografie ''complesse e circensi'', come le ha definite Ronchetti; cambiano continuamente i costumi - ''eccentrici e bizzarri'' - attingendo a un enorme guardaroba situato sul fondo scena e visibile dal pubblico. Vengono recitati testi tratti da Omero, Eschilo, Sofocle, Jean Paul, Goethe, Robert Walser, Hoffmann von Fallersleben, Friedrich Hebbel, Georg Buechner e Gertrude Stein, secondo un ''collage astratto'' creato dal regista.
''Le voci degli attori sono duttili e musicali, in passaggio continuo dal parlato, al cantato, fino al gridato'', ha riferito Ronchetti che ha gia' collaborato con Freyer nella passata stagione al Nationaltheater di Mannheim, musicando ''Esame di mezzanotte'' su libretto di Ermanno Cavazzoni (l'opera e' stata premiata dai critici internazionali del mensile ''Opernwelt'' come la migliore produzione della stagione in Germania e Freyer e' candidato al Premio Faust per le scene e i costumi). Musicalmente Abschlussball propone anche suoni della vita quotidiana, alternati a danze popolari in un paesaggio sonoro che rappresenta l'esistenza ''al di fuori del teatro e della scena e che evolve progressivamente in un'esplosiva Toten-Tanz'', danza della morte, ha riferito la compositrice i cui progetti in sviluppo quest'anno sono al sito www.luciaronchetti.com (fra l'altro il 26 novembre, alle Terme di Diocleziano a Roma, nell'ambito del Festival Romaeuropa, va in scena la sua opera corale ''Inedia prodigiosa'').
A Berlino, per assistere al ''ballo'', il pubblico entra quando la sala e' gia' semibuia e una vecchia radio gracchiante trasmette musiche italiane di circo degli anni Cinquanta. Lo spettacolo, di due ore senza intervalli, comincia con un tango sul quale gli attori si presentano in una carrellata di ''brevi numeri giocosi e surreali'', ha sottolineato Ronchetti dando cenni del lavoro formato da quattro ripetizioni di una sequenza di 12 micro-scene: ''un rondo' visivo che evolve progressivamente verso il buio, l'oscurita' e la malinconia''. Nel quarto rondo', gli attori sono al buio su una piattaforma rotante della scena, riflessi in un grande specchio sospeso creando silenziosamente ''sculture viventi fatte di oggetti e costumi, presentate quali statue sontuose e barocche, immobili sulla scena che ruota. Una giostra funerea, tutta in nero, che prelude al silenzio e al buio'', ha raccontato la compositrice. Altre repliche sono previste questo fine settimana, il 22 e 23 ottobre.
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