"Ora abbiate pazienza: devo
riposarmi un po', stasera c'è un concerto importante". Zubin
Mehta saluta i giornalisti e lascia la conferenza stampa senza
ricordare che quell'appuntamento, il terzo in pochi giorni, è in
onore dei suoi 80 anni. Gli stessi dell'Israel Philharmonic
Orchestra (diretta nel 1936 per il suo concerto inaugurale da
Arturo Toscanini) di cui dal 1981 è Direttore musicale a vita.
"Israele - sottolinea - è la mia seconda patria, la mia casa
e la mia famiglia adottiva". "Sono arrivato qui nel 1969, poi mi
hanno richiamato e non mi sono più mosso. L'importante nella
vita è essere richiamati, altrimenti i legami si spezzano". Nel
mezzo, naturalmente, il podio e la direzione delle orchestre più
prestigiose del mondo con l'Italia nella bacchetta e anche nel
cuore. "Non mi sarei mai sognato di essere qui quando ho
cominciato", risponde. "La musica - continua - è la mia intera
vita e tocca ai genitori e agli insegnanti capire il talento che
è un dono divino e incoraggiarlo".
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