Sul palco una scalcinata stazione con tanto di orologio, steccato bianco e torre dell'acqua, ma alle 21.14 più che il fischio di un treno si sente il fischiettio che introduce 'Peace Train Blues': è così che il treno di Yusuf Cat Stevens è arrivato stasera a Milano, destinazione Forum di Assago, a bordo quasi settemila persone.
Il ritardo accumulato però non è di pochi minuti, ma di quasi quarant'anni: tanto è il tempo passato dall'ultima tournée dell'artista, prima della sua conversione all'Islam e di un esilio trentennale dalla musica. Vista tanta attesa Yusuf non si poteva risparmiare con le hit: così ad aprire la data sono 'The Wind' eseguita voce e chitarra e 'HereComes My Baby' suonata con la sua band di cinque elementi. Il primo brano a conquistare apertamente il Forum è 'The First Cut Is The Deepest': "molti non sanno che questa canzone è mia, pensano sia di Rod Stewart, - dice Yusuf dal palco - stasera ne reclamo la paternità".
E sono altri vecchi successi come 'Where Do The Children Play?', 'Sitting', 'Morning Has Broken', 'Moonshadow' e 'Sad Lisa' i brani più apprezzati e acclamati dal Forum. Non mancano però le canzoni del nuovo repertorio, fra cui ben otto tracce dall'ultimo disco uscito a ottobre, 'Tell 'Em I'm Gone', eseguite nella seconda metà del concerto. In oltre due ore di live, interrotte da mezz'ora di pausa, Yusuf lascia la chitarra solo per andare dietro al pianoforte o per imbracciare un'elettrica in un'apprezzatissima versione pop rock di 'If You Want to Sing Out (Sing Out)', o per le canzoni blues rock del suo ultimo lavoro, che dal melanconico folk del cantautore inglese spostano l'atmosfera sul Delta del Mississippi, da cui parrebbe uscita l'immaginaria stazione sul palco.
La voce è la solita, inconfondibile, mai in difficoltà: "ho adattato alcune canzoni per il mio tono più basso", si schernisce Yusuf dal palco. Il viaggio nella memoria con Cat Stevens però non si esaurisce con le sue canzoni, e c'è spazio anche per i Beatles di 'All You Need Is Love' ("la mia canzone preferita"), per i Procol Harum di 'The Devil Came From Kansas' ("uno dei gruppi che amo di più, eravamo compagni di etichetta") e per il bluesman Leadbelly di 'Tell 'Em I'm Gone' ("la prima canzone imparata alla chitarra"). Dal palco Yusuf non dispensa solo ricordi personali, ma anche messaggi di pace, come prima di 'People Get Ready' dei The Impressions, o quando introduce l'inno antischiavistico 'Gold Digger' dedicandolo a Nelson Mandela. Del resto il 'treno della pace' che si fa attendere in stazione è la metafora su cui si regge tutto il tour di Yusuf, ma bisogna aspettare i bis perché arrivi la sua 'Peace Train', proposta in un gran finale che racchiude i maggiori successi di Cat Stevens, 'Father & Son' e 'Wild World'.
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