/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Armani sfila in silenzio, il mio cuore per l'Ucraina

Armani sfila in silenzio, il mio cuore per l'Ucraina

Tra gli ospiti la senatrice Segre, in passerella nero e velluto

27 febbraio 2022, 22:09

Gioia Giudici

ANSACheck

Liliana Segre alla sfilata di Giorgio Armani alla Milano Fashion Week - RIPRODUZIONE RISERVATA

Liliana Segre alla sfilata di Giorgio Armani alla Milano Fashion Week - RIPRODUZIONE RISERVATA
Liliana Segre alla sfilata di Giorgio Armani alla Milano Fashion Week - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sfila nel silenzio, sotto gli occhi della senatrice a vita Liliana Segre, la collezione per il prossimo inverno firmata Giorgio Armani. "La mia decisione di non usare la musica nello show è stata presa in segno di rispetto per le persone coinvolte nella tragedia in corso in Ucraina" spiega in inglese una voce fuori campo prima della sfilata. Un annuncio accolto da un caloroso applauso, prima che sulla sala cali il silenzio, rotto solo dal frusciare delle paillettes e dall'eco dei tacchi sulla passerella di vernice nera. "Qualche ora prima dello show ho pensato a cosa potevo fare io per ciò che succede, non è l'invio di soldi o vestiti, ma potevo segnalare il mio battito del cuore per questi bambini" dice Giorgio Armani non riuscendo a trattenere la commozione. "Quindi ho pensato che la cosa migliore era dare il segnale che non vogliamo festeggiare, perché c'è qualcosa intorno a noi che ci disturba molto. Così ho detto: non voglio musica, e devo dietro che si sentiva la non musica e dietro le ragazze erano emozionate, più che per qualsiasi musica, erano davvero comprese e i capi ne hanno guadagnato al 100%". Dal pubblico in sala, la sensazione condivisa di assistere a un momento storico nella storia della moda e il sollievo nel vedere, praticamente all'ultimo giorno di sfilate, una presa di posizione forte rispetto alla guerra in corso. Una sensazione sottolineata dalla presenza, alla sfilata, della senatrice a vita Liliana Segre. "L'ho incontrato alla prima della Scala ed è stata molto gentile, credo abbia espresso lei - dice Giorgio Armani - il desiderio di venire a vedere la sfilata, magari avrà riserve su un certo tipo di moda, anche la mia, ma è un grande onore". "Le vorrei chiedere tante cose ma credo che non le chiederò niente - confida lo stilista - quando vedo un programma sull'Olocausto non resisto, io devo vedere, rendermi conto di cosa devono avere sofferto questi esseri umani, chiusi lì, in attesa di andare via per fumo: partecipare al loro dolore, anche semplicemente dalla poltrona di casa mia, mi sembra che ne valga la pena". In passerella, un distillato dell'eleganza sobria di Giorgio Armani per lui e per lei, con tanto velluto nero, piccole giacche stampate o ricamate, bagliori di luce che accendono la notte e si riversano nel giorno e una marea di pantaloni diversi "perfetti perché coprono ciò che devono e danno slancio quando non c'è, non c'è gonna - dice il designer - che equivalga alla modernità di un pantalone". E poi il nero, ma declinato in mille modi, dal velluto al ciré, dal cady al plissé, con risultati diversi a seconda degli abbinamenti: calzone di velluto e giacca ricamata, pantaloni di paillettes e blusa monocolore. Il tutto proposto sempre in maniera misurata e gentile, come negli abitini danzanti di frange scintillanti portati con stivali alti come calze: "è finita - riflette Armani - l'era delle virago, ben venga la donna forte e sicura ma elegante, con un'interiorità che deve trapelare". Così lei così lui, mai sopra le righe, con le giacche senza collo, le camicie dai colletti alti, i completi in velluto. "Sono tornato alle origini, al mio modo di vedere l'uomo e la donna che, alla fine, possono essere intercambiabili. Non c'è bisogno di osare, basta solo - sottolinea - guardarsi allo specchio". Ricordando che "anche ai tempi di Giulietta e Romeo gli uomini indossavano la calzamaglia", Armani sottolinea che nella moda "non si inventa niente, è come le metti insieme, le cose già viste, che conta, facendo scelte precise che eliminano cose superflue: è la donna - la sua lezione finale, quasi a suggello della fashion week - che si deve vedere, con i suoi occhi e con quelli degli altri".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza