Il titolo del docu-film girato dal
regista Ottavio Rosati sulla vita di Roberto Capucci, presentato
in anteprima da Altaroma a Cinecittà nella Sala Fellini, gioca
sul doppio senso: "La moda proibita - Roberto Capucci e il
futuro dell'alta moda". "Per sei anni - rivela infatti Rosati -
abbiamo seguito Capucci nei suoi numerosi viaggi in Europa in
giro per musei e mostre. Ho capito subito che non avevo a che
fare con uno stilista come gli altri, con un capitano
d'industria che costruisce il suo impero economico con gli
abiti. Capucci stesso dice: 'Dovevo decidere se diventare
ricchissimo o essere me stesso'. Il mio film è la prova che
Capucci è un artista prestato alla moda. Un artista che si serve
del denaro delle sue clienti per finanziare abiti-scultorei come
Oceano, dove sono stati impiegati 200 metri di seta plissettata
ridotti in 1500 pezzi di tessuto in 30 sfumature dei colori del
mare. Cinque mesi e cinque sarte per realizzarlo. La moda
proibita del titolo sottintende la moda proibitiva per i costi".
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