Nel centenario della nascita di Cristina Campo e a pochi giorni dall'anniversario della sua scomparsa, la Treccani dedica alla grande poetessa, scrittrice e traduttrice una voce dell'Enciclopedia e un saggio, a cura di Andrea Zanni, nella rivista Enciclopedia Italiana. È un invito a riscoprire l'autrice de 'Gli Imperdonabili', una raccolta di tutti i suoi testi in prosa pubblicata da Adelphi, definito da Treccani "uno dei libri più densi e belli del Novecento Italiano". Nata a Bologna il 28 aprile 1923 Vittoria Guerrini, vero nome di Cristina Campo, morta a Roma il 10 gennaio 1977 a 53 anni, è diventata secondo Treccani "un piccolo culto, ignorato dalla società letteraria, ma oggetto di venerazione per i suoi lettori".
Grande amante delle fiabe, capaci di dischiudere l'universo dei simboli al lettore bambino, protagonista di una intensa produzione poetica a carattere religioso e liturgico e ispirata da un forte misticismo coerente con la sua "incandescente" adesione al Cristianesimo, Cristina Campo - come ricorda Emma Giammattei, componente del Consiglio Scientifico di Treccani - "ha saputo ricordarci in ogni sua pagina la visione unitaria di un umanesimo che rende sacro il mondo nei quattro tesori: il paesaggio, il linguaggio, il mito, il rito (Il flauto e il tappeto)".
"'Ho scritto poco e mi piacerebbe aver scritto di meno'" diceva di se stessa Cristina Campo che nei suoi testi, sia quelli poetici che quelli in prosa, ha mostrato sempre una grande ''passione per la perfezione''.
Tutte le poesie e le traduzioni poetiche della Campo, tra cui i versi di William Carlos Williams, tradotti con Vittorio Sereni, sono raccolte nel volume 'La tigre assenza', pubblicato sempre da Adelphi, che prende il titolo da una poesia scritta dopo la morte dei genitori. Tra i suoi punti di riferimento e maestri Simone Weil, Emily Dickinson, Christina Rossetti ed Elemire Zolla, suo grande amico.
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