(di Mauretta Capuano)
Uscito nel 1988 a puntate 'Anno
bisestile' di Peter Cameron arriva ora nella librerie italiane,
nella traduzione di Giuseppina Oneto, per Adelphi. Brillante,
feroce, surreale, è un libro in cui si ritrova New York sul
finire degli anni Ottanta con la SoHo delle gallerie e delle
palestre esclusive e dove accadono omicidi improbabili e
rapimenti equivoci.
Ma che effetto fa allo scrittore di 'Un giorno questo dolore ti
sarà utile' e di 'Cose che succedono di notte' il ritorno di
Anno bisestile?
"Il libro è stato lasciato così com'era. I miei personaggi sono
reali, non sono delle esagerazioni. Le nostre vite sono
tremendamente complicate, veramente sfidanti. E' difficile
mettere insieme tutto, avere delle relazioni, una famiglia, un
lavoro, una carriera, soprattutto per le donne. E credo che il
libro rifletta esattamente questo, la realtà nella sua
complessità" dice Cameron in collegamento, che è tra i più
attesi protagonisti del giorno di chiusura di Pordenonelegge, il
19 settembre sempre in streaming.
"Nessuno vuole leggere storie di persone felici e soddisfatte
della loro vita, che hanno esistenze che non presentano alcun
problema. E' sempre interessante leggere di personaggi che hanno
una vita movimentata, difficile, piena di problemi perchè questo
porta dinamicità" afferma lo scrittore.
Ma cosa è cambiato in questi trent'anni. Aveva delle aspettative
che sono rimaste deluse? "Non posso dire di avere delle
aspettative che sono rimaste deluse perchè non ne avevo più di
tanto. Quando sono venuto a New York negli anni '80 avevo un
sogno che era quello di poter vivere qui e di avere una carriera
come scrittore di successo. E adesso pensando che tutto questo
si è realizzato devo dire che sono molto grato alla vita e anche
un po' sorpreso". E aggiunge: "la cosa interessante è che in
questi 30 anni alcune cose sono cambiate tantissimo e altre per
niente. Personaggi omosessuali che troviamo in questo libro non
avrebbero mai pensato di potersi sposare, di poter avere
un'unione civile e questo è accaduto, almeno in Usa.
Se pensiamo al personaggio femminile del libro, che faceva così
tanta fatica a mettere insieme tutto: lavorare, avere una
famiglia, dei rapporti, mi sembra non sia cambiato più di tanto
né per le donne, né per gli uomini. Per lo meno in Usa, non ci
sono stati passi avanti per l'assistenza e cura all'infanzia che
porterebbero a un cambiamento nell'organizzazione della vita sia
per gli uomini che per le donne. Rimane una grossa sfida".
Ma com'è la situazione rispetto alle questioni di genere e
superamento degli stereotipi? "Se guardiamo ai giovani di adesso
hanno proprio un modo diverso di porsi nei confronti del genere,
dell'identità sessuale. Io sono prozio e il mio pronipote è
tornato a casa da scuola è ha detto ai genitori di sentirsi sia
maschio che femmina. Trovo sia una cosa fantastica perché è un
modo completamente nuovo per i ragazzi di porsi nei confronti
degli altri".
E ha mai pensato a una ripresa dei personaggi di questa storia?
"Mi ero detto, magari ci ritorno su queste storie ma non lo ho
fatto perché quando scrivo ci penso tanto ai miei personaggi, li
sento molto miei. Poi quando finisco e la storia è conclusa non
fanno più parte di me. Non sono più nella mia mente, nella mia
immaginazione e per questo sarebbe difficile immaginare un
sequel. Sarebbe come cercare di riportare in vita qualcosa che
in realtà non esiste più".
Sono state fatte, o sono in corso di realizzazione, fiction tv o
trasposizioni cinematografiche da Anno bisestile?
"Non appena uscì il libro ci fu un'opzione per trasformarlo in
un film con una produzione hollywoodiana e la cosa non è mai
successa. Dopo vent'anni di nuovo è stata fatta una proposta ma
per una serie tv. Se nel primo caso l'interesse era presentare
la New York di quel momento, dopo vent'anni si voleva darne una
versione un po' nostalgica. Ma anche in questo caso non se ne è
fatto più nulla".
New York stessa è un personaggio del libro. Nel libro c'è
un'energia, un ritmo, un tono che sono quelli tipici
dell'atmosfera newyorchese. E la New York che ha vissuto la
pandemia entrerà in un nuovo libro?
"E' molto triste quello che è successo e lo sento in modo
profondo pensando a quanto meravigliosa fosse New York prima e a
quanto sia cambiata perchè a un certo punto si è fermato tutto.
Senza la sua vita culturale, i teatri, l'opera, la danza e senza
la sua vita sociale , i ristoranti, la comunità che si ritrova,
New York perde la sua energia e bellezza, diventa un luogo
deprimente e pieno di solitudine. Ho molte preoccupazioni perchè
non so se riuscirà a tornare come prima o se questo cambiamento
sarà permanente. Sarebbe un colpo durissimo per New York. Sto
lavorando alla revisione delle note biografiche di James Ivory.
Quindi non sto scrivendo in questo momento" annuncia lo
scrittore.
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