Anche sul coronavirus si può ridere.
Ce lo insegna la satira. Arriva nelle librerie Coronarisus. Il
virus infetto della politica (Progedit, euro 15, ISBN
978-88-6194-499), il nuovo libro di Nico Pillinini, disegnatore
e artista pugliese, noto per le sue folgoranti vignette, che
appaiono quotidianamente soprattutto su "La Gazzetta del
mezzogiorno".
La satira graffiante si appunta su personaggi ed eventi di un
anno di dolore e di sconfitte, quale quello che sta finendo.
"Realizzo vignette satiriche", scrive nella Introduzione
l'artista, "anche se ci sarebbe da piangere. Cerco di far
sorridere anche le persone che non sanno più farlo, credo che
ridere sia contagioso quanto il Covid-19. La satira conficca il
coltello nella piaga. Alza la testa e non la china. Ridere è uno
sberleffo alla morte".
Le vignette a colori sono precedute da due Introduzioni
d'eccellenza, quali quelle di Moni Ovadia, attore, cantante,
musicista e scrittore, e Dario Ballantini, imitatore e attore.
''L'epidemia del Covid", scrive il primo, "ha generato una
seconda epidemia di non minore entità, la pletora di
un'informazione che mira unicamente alla propria
autoperpetuazione con crescita degli introiti pubblicitari
attraverso un'iterazione di chiacchiere ossessive, di litigi e
polemiche di politicanti con scopi strumentali di bieca
propaganda. Questo sistema perverso genera crisi di angoscia e
di insicurezza acuta nelle persone più fragili e instabili
psicologicamente… Le persone consapevoli, sane di mente, hanno
molti modi per sottrarsi a questa seconda e insidiosa pandemia.
L'ironia, la satira, lo humor sono, da questo punto di vista, un
potente antidoto contro la volgarità, la stupidità e
l'aggressività dilaganti. Troviamo questi farmaci salvifici per
l'anima e per la mente in questo incantevole volume di vignette
di Nico Pillinini. La sua lingua, immediatamente comunicativa,
attraversa, scompaginandole, le retoriche, gli assurdi, i
paradossi, le banalità, le idiozie provocate dal discorso
mediocre della pseudo informazione sulla pandemia e li smaschera
con battute sapide, intelligenti e talora folgoranti che si
coniugano efficacemente con l'icasticità dei disegni o delle
immagini".
"A me Nico piace molto", gli fa bordone Dario Ballantini,
"perché il suo stile mi ricorda il mondo delle passioni
giovanili, in cui i fumetti e i disegni erano la nostra
infanzia; riempivano i diari di scuola che si mescolavano a
quelli che poi sarebbero diventati i cartoni animati, nonché
alle vignette per fare due risate trovate nella settimana
enigmistica o in varie altre raccolte in edicola. Nico a volte è
costretto a un tipo di elaborazione più simbolica e moderna che
per essere più immediato e sintetico (o moderno?) gli fa
assestare "zampate" che sanno di sentenza. E la risata si fa
davvero amara come deve essere. Ci vuole coraggio a farlo in un
periodo così problematico, a volte terrorizzante, in quest'epoca
di pandemia che tante contraddizioni ha evidenziato. Per uno
come lui non poteva che essere uno stimolo continuo per
esorcizzare, estremizzare, ribaltare e mettere alla berlina
anche le nostre convinzioni personali. Nico ha urgenza continua
di produrre, è un vero appassionato del proprio lavoro come
dovrebbe valere per tutti, sente questo impegno-dovere
comunicativo che diventa inesauribile. Guccini cantava 'per la
battuta mi farei spellare'. Ecco, forse Nico è un gucciniano
della vignetta. Non mi sembra un estemporaneo ma un sapiente
burattinaio di battute messe in scena e disegnate con cura
estrema e si può dire con lui che, soprattutto ora, in epoca di
nuove dittature invisibili mediatiche, la satira è una cosa
seria, quasi eroica.
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