Vent'anni di guerra in Afghanistan,
ma soprattutto le storie degli afgani feriti quotidianamente.
Giles Duley li ha visti e documentati come fotografo, ma è
arrivato il momento, dice all'ANSA, "di prendere una posizione
attiva". "Dobbiamo guardare alla guerra allo stesso modo in cui
le persone guardano al tema ambientale perché non possiamo
rimanere in silenzio quando vediamo la distruzione del nostro
pianeta".
Fotografo, documentarista e scrittore, nato nel 1971 a
Londra, Duley, ha documentato l'impatto a lungo termine dei
conflitti sulla popolazione civile in Iraq, Afghanistan, South
Sudan, Congo, Angola, Bangladesh, Kenya, Ucraina, Giordania,
Libano, Colombia, Vietnam e Nigeria. E ha pagato con la propria
pelle: nel 2011, mentre lavorava in Afghanistan, è rimasto
gravemente ferito da un ordigno esplosivo e ha dovuto subire una
tripla amputazione. Ma, nonostante questo nel 2012 è tornato nel
Paese per continuare il suo lavoro. E ora Emergency espone
un'anteprima del nuovo progetto fotografico 'No more war', con
la fotografa freelance Emma Francis, che si può vedere
nell'ambito della Fiera della Piccola e Media Editoria Più libri
più liberi, alla Nuvola, all'Eur, fino all'8 dicembre. In mostra
circa 60 fotografie e 16 ritratti in cui Duley e Francis
raccontano l'impatto di decenni di conflitto vissuto anche sulla
propria pelle e la presa di coscienza del fallimento
dell'intervento occidentale in Afghanistan e di ogni politica
estera basata sulla violenza.
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