(di Micol Graziano)
GIANRICO CAROFIGLIO, L'ORIZZONTE
DELLA NOTTE (EINAUDI, PP. 288, EURO 18,50)
Non solo giallo. Gianrico Carofiglio pone l'accento sul lato
introspettivo. A Libri Come, la Festa del libro e della lettura
all'Auditorium Parco della Musica di Roma, a proposito de
L'orizzonte della notte, uscito per Einaudi, storia in cui
ritroviamo l'avvocato Guido Guerrieri, l'autore pugliese
bestseller rivela: "Quando ho scritto il primo romanzo della
serie, Testimone inconsapevole, ero convinto di aver scritto un
romanzo atipico di formazione. Protagonista Guerrieri, un uomo
alla soglia dei quarant'anni che attraversa un periodo
fenomenale di crisi e ne esce diverso. Nel plot c'era una
suspense giudiziaria, però le ipotesi di titoli, in origine,
erano tutto fuorché connessi al genere legal-thriller". Fu
l'occhio dei critici ad aprire la via: "Corrado Augias definì
quel libro 'il miglior giallo legale mai uscito in Italia",
racconta.
Il plot del nuovo romanzo ruota attorno a una donna che
uccide l'ex compagno della sorella. Legittima difesa o omicidio
premeditato? La trama offre lo spunto per parlare di
femminicidio, generato "dalla cultura patriarcale", spiega
Carofiglio.
In questa nuova avventura, Guerrieri va in analisi: "Ho
scelto la junghiana - spiega lo scrittore - perché tra le
scuole di pensiero analitico, è quella più letteraria,
mitologica, ricca di suggestioni". "Il corpo a corpo con l'ombra
- commenta - è l'essenza del romanzo. La letteratura ha a che
fare col muoversi in territori in cui non ci sentiamo a nostro
agio. Va nel sottoscala della coscienza, mette mano a cose
riposte che abbiamo seppellito perché non le vogliamo vedere,
perché sono parti di noi che ci disgustano".
L'ombra "racchiude ciò che cerchiamo di respingere al di
sotto della zona della coscienza. Tuttavia quello che
allontaniamo ci condiziona. L'unico modo di neutralizzare
l'ombra è integrarla, accettare la parte di noi che non ci
piace".
A Libri Come lo scrittore barese, passa al setaccio la parola
verità: "Una volta iniziai a fare anagrammi della locuzione 'la
verità' e ne tirai fuori ventuno. Tre erano: 'rivelata',
'evitarla', 'relativa'".
Quanto a fiction e non-fiction, ammette: "Come le figurine
che c'erano una volta nei formaggini, quelle che le muovevi e
prima sembravano una cosa e poi l'altra, tra me e Guerrieri ci
sono dei punti di sovrapposizione quasi totale e delle cose
molto diverse. Lui è un esperto di musica e io no".
Guerrieri è avvocato, Carofiglio è stato magistrato: "Nei
libri ho scelto di raccontare il mondo delle aule di giustizia
con gli occhi di un avvocato perché quello era un modo per
cogliere dettagli che non avrei colto se avessi raccontato dal
punto di vista del pubblico ministero. Uno scarto di prospettiva
permette una freschezza narrativa". E cita Proust: "Il vero
viaggio di scoperta non è vedere posti nuovi ma avere occhi
nuovi".
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