La storia dei giovani italiani,
che hanno combattuto in Vietnam nella prima guerra d'Indocina
dal 1946 al 1954 con la Legione straniera francese, è una pagina
rimossa dalla memoria del nostro paese. Il giornalista bolzanino
Luca Fregona racconta nel libro "Laggiù dove si muore" (ed.
Athesia) di sette italiani, in maggioranza migranti economici
clandestini in Francia, "convinti" a firmare l'ingaggio dopo
essere stati scoperti e arrestati.
"Le storie - spiega Fregona - mi sono state segnalate dai
familiari di altri legionari sull'onda del mio libro 'Soldati di
sventura'". Almeno settemila italiani, in maggioranza
giovanissimi tra i 18 e i 24 anni, finirono nell'"inferno
verde". "Le ricerche - racconta il caporedattore del quotidiano
Alto Adige - mi hanno poi permesso di ricostruire episodi che i
sopravvissuti non avevano mai raccontato una volta tornati in
Italia, e, in un caso, data, luogo e circostanze della morte di
un giovane bolzanino, Alfredo Decarli, di cui la famiglia non
sapeva più nulla da settant'anni". Grazie alle ricerche per il
libro, la sua famiglia sa finalmente dove, quando e come è
morto. Il suo nome non figurava infatti negli elenchi ufficiali
dei caduti, perso nei mille rivoli della burocrazia militare.
Racconta invece in prima persona la sua storia Giorgio
Cargioli, classe 1935, che vive con la moglie a La Spezia. Alla
fine del conflitto, inorridito da quello che ha visto e vissuto,
diserta e resta per otto mesi in un campo di prigionia viet. La
sua drammatica esperienza in Vietnam non è ancora finita.
Tornerà in Italia solo nel settembre del 1955, dopo una fuga
rocambolesca nel canale di Suez dalla nave prigione che lo sta
riportando in Algeria. Una fuga che finirà sui giornali di tutto
il mondo.
E' sopravvissuto, gravemente ferito, all'inferno verde
l'aostano Pierino Leone, arrestato da clandestino in Francia e
messo di fronte alla prospettiva "galera o Legione". Uscirà da
quell'esperienza con una profonda avversione verso ogni guerra
il meranese Ildo Della Torre di Valsassina.
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