SILVANO TAGLIAGAMBE "L'ARTE E L'
l'IMMAGINAZIONE PRODUTTIVA. L' OPERA DI PINUCCIO SCIOLA", ISOLA
PALMA, PP 183, EURO 23 - L'ha immaginata come un'agorà dell'arte
ma anche un giardino di pace, Pinuccio Sciola, la sua San
Sperate. Da borgo rurale a spazio creativo, etico, di libertà,
aperto al confronto, senza confini. Dal contemplare al fare, il
sogno ha preso forma nel museo a cielo aperto, tra murales,
installazioni, pietre sonore. Al visionario ed eclettico
scultore, pittore, scenografo, scomparso nel 2016, il filosofo
della scienza Silvano Tagliagambe dedica un originale e prezioso
volume: "L'arte e l'immaginazione produttiva. L'opera di
Pinuccio Sciola", edito da Isolapalma.
L'autore, in un affascinante itinerario, segue le tracce
dell'artista che, partendo dalla realtà, ha sprigionato
"energia, immaginazione, progettualità, desiderio di
cambiamento" per dare al suo paese "una nuova possibilità".
Entra nel terreno a lui più congeniale, la filosofia,
Tagliagambe, per illuminare il percorso creativo di Sciola e
inserirlo a pieno titolo in un quadro di teorie sull'arte che da
Pavel Florenskij riconduce a Kant, e poi oltre fino a
Wittgenstein, e "di cui la sua opera è espressione a un tempo
esemplare e originale". E lo annuncia già dal titolo, sintesi e
chiave per comprendere la sua anima artistica. Parte da Kant
l'apprezzato saggista e accademico lombardo, cagliaritano
d'adozione - "Immaginazione è la facoltà di rappresentare un
oggetto, anche senza la sua presenza, nell'intuizione" - per
svelare che "tutto il percorso dell'artista contadino incarna e
ben rappresenta questa riflessione sull'arte, in una dimensione
di superamento dell'estetica del bello e della percezione
sensoriale".
Idea ripresa e condivisa, poi, da Florenskij. E che trova il
suo apice nel "giardino sonoro", abitato dalle sculture in
calcare e basalto capaci di "tessere, attraverso il loro suono
un dialogo continuo con l'universo intero, con la voce delle
stelle e dei pianeti". Uno sguardo inedito su Sciola. "Il
Giardino delle pietre sonore è il luogo nel quale l'artista ha
voluto esprimere la sua concezione dell'arte come immaginazione
creativa, produttiva e non riproduttiva, un luogo reale, ma
Sciola intende esplorarne le possibilità inespresse". Per
ribadire il concetto cita "L'uomo senza qualità" di Robert
Musil. "Sciola - scrive Tagliagambe - ha fatto delle sue pietre
dei simboli, espressioni dei vincoli posti dal 'senso della
realtà', e assimilabili a quelli che Musil chiamava gli 'stipiti
duri', e nello stesso tempo resi flessibili, leggeri e quasi
trasparenti dalla mano dello scultore, che ne trae tutte le
configurazioni possibili, rendendoli espressioni del dialogo tra
le loro viscere e l'universo interiore dell'artista".
Dal libro emerge la figura di un "uomo concreto e d'azione,
individuo della possibilità, dotato di una straordinaria forza
creativa, capace di vedere e pensare diversamente e stimolare,
con la sua arte, gli altri a fare altrettanto". "Pinuccio
Sciola - sottolinea Tagliagambe - ha lasciato un segno forte
nell'immaginario dell'Isola e sull'Isola e ben oltre i suoi
confini, con la sua arte capace di dialogare con il territorio e
trasfigurare il paesaggio". Una magnifica, luminosa eredità, tra
utopia e realtà.
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