(di Mauretta Capuano)
Un viaggio nella mitica Parigi della
Bella Epoque e delle star francesi, da Mata Hari a Mistinguett
e da Leopoldo Fregoli a Josephine Baker, e nell'età dell'oro del
varietà. Un salto nel tempo, tra la fine dell'Ottocento e il
1930, che stupisce per la sua modernità nel modo di concepire lo
spettacolo e la vita.
Arturo Brachetti, il maestro dell'arte del trasformismo è lo
showteller di un momento irripetibile di cui ci racconta
aneddoti, storie e mirabilia che non si trovano sui libri, nel
podcast
"Et Voilà! La Belle Epoque", prodotto da Storielibere.fm in
esclusiva per Audible. Un'avventura in 14 puntate di circa 50
minuti ciascuna, scritta da Brachetti con complici Jacques
Pessis, autorevole giornalista di spettacolo francese e lo
scrittore Alessandro Barbaglia, Premio Strega ragazzi e ragazze
2021. Con loro Federico Bernocchi, sound designer del podcast.
"Mi piace raccontare una storia che non sta scritta sui libri.
Durante il lockdown mi sono detto: perché non facciamo un
podcast?.
Pessis mi ha procurato informazioni su ognuno dei personaggi.
Con Barbaglia ho scritto le puntate aggiungendo anche del mio
perché molti personaggi o li ho conosciuti direttamente o
possiedo o sono venuto a contatto con degli oggetti chiave nella
loro vita" dice all'ANSA Brachetti. "Vengo dal varietà e dal
music hall che sono come il circo, vecchi di duemila anni.
Sembra sempre che muoiano e poi arriva le Cirque du Soleil.
Sembra quasi un tabù usare questa parola, ma il varietà rimarrà
sempre perché è legato all'intrattenimento, al sognare. Tik Tok
è un varietà elettronico, fatto di tanti pezzettini. Il
meccanismo si trasforma ma non muore. Certo oggi è difficile da
trovare ad alto livello. Manca la parte creativa a causa
dell'appiattimento che ci ha creato il potage tv degli ultimi 20
anni" sottolinea Brachetti.
Un trucco che viene usato nel podcast è quello di "avere per
ogni puntata un oggetto legato a una star. Una cosa che mi ha
ispirato il poeta Joan Brossa che aveva incorniciato un pettine
e lo aveva chiamato 'Oggetto poetico'. Era il pettine di sua
nonna e quando lo vedeva sentiva un po' della sua anima. E'
tutto un gioco di immaginazione e noi viviamo di quello" spiega
Brachetti. Così, attingendo alla sua valigia di ricordi, ha
immaginato nel podcast che un oggetto chiave racconti la storia
di chi lo ha posseduto. "Qui a casa mia ho un vaso di cartapesta
che apparteneva alla scenografia di Fregoli. E' diventato un po'
grigio-marrone, lo aveva fatto suo padre e mi è stato regalato
da eredi di Bologna" racconta il re dell'arte del trasformismo
di cui abbiamo visto nel 2022 lo spettacolo 'Solo'.
"Ho anche una collezione di cappelli presi alle Folies-Bergère.
Ascoltando questi oggetti e trovando notizie abbiamo costruito
queste storie ed è come vedere un film ad occhi chiusi" spiega.
Ed ecco così la Bella Otero "star dell'epoca, che si faceva
pagare con palazzi e gioielli dagli uomini con cui stava e si è
ritirata a 46 anni. E Mistinguette con i suoi quattro passaporti
sui quali cambiava ogni volta la data di nascita fino a morire
15 anni più giovane. Sono avanti queste donne qua" racconta
Brachetti che ha debuttato a Salisburgo nell'opera lirica 'Il
Barbiere di Siviglia', con un ruolo muto inventato per lui.
Ma la storia più toccante del podcast, con ricordi personali, è
quella che ci porta al Paradis Latin e alla morte del ballerino
Frédéric Rey di cui il maestro del varietà francese Jean-Marie
Rivière volle mettere in scena il funerale "con il cadavere vero
nella bara e intorno illusionisti in frac nero e ballerine
truccate come Moira Orfei. Io e un mio amico piangevamo e
ridevamo in un angolo del teatro davanti a quella commovente
follia. Spero di avere un funerale così" dice Brachetti.
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