(di Elisabetta Stefanelli)
CARLO EMILIO GADDA LEONE PICCIONI
''COL NUOVO SOLE TI DISTURBERO'. Scritti, lettere, detti
memorabili'' (SUCCEDEOGGI LIBRI, pag. 264, euro 22,00).
''Carlo Emilio Gadda, una delle più forti personalità di
scrittore continuamente inventivo e, per i molteplici aspetti
proposti, difficilmente afferrabile e catalogabile, con quella
sua tutta nuova e antica lingua letteraria che mescola i
dialetti con l'uso di parole antiche felicemente recuperate.
Scrittore al confronto del quale ben pochi autori del '900
possono tenergli testa, in niente invecchiato, in niente
destinato ormai agli scaffali o alla erudizione, ma incalzante,
profeta acuto, 'lento all'ira' ma terribile nella distruzione
polemica, così come di un continuo inoltrarsi nella evocazione
lirica e nella esaltazione dei sentimenti''. Parola di Leone
Piccioni, che di Carlo Emilio Gadda molto ha scritto, molto ha
conosciuto, come autore e come uomo, in studio e in amicizia
come traspare mirabilmente da queste belle pagine (anche
inedite) raccolte per volontà delle famiglie in un prezioso
volume introdotto da Emanuele Trevi e curato da Silvia Zoppi
Garampi. Queste ultime pagine le scrive Piccioni quando oramai
Gadda non c'è più, in occasione del centenario della sua
nascita, ed era scomparso già esattamente da un ventennio ma non
ancora tumulato nel cimitero acattolico di testaccio a Roma dove
arriverà - secondo le sue volontà - solo nel 2000. Nel volume
sono raccolte le lettere tra il grande critico e promotore
culturale, studioso e attivo partecipe della costruzione
dell'orizzonte politico della cultura attraverso quotidiani come
Il Popolo e riviste come L'Approdo, poi soprattutto la Rai (di
cui arrivò ad essere vicedirettore generale) e lo scrittore,
tanto ''particolare'' umanamente quanto enorme artisticamente
come Carlo Emilio Gadda. La corrispondenza ritrovata riguarda il
periodo che va dal 1950 al 1971, nella seconda parte del volume
ci sono 22 testi scritti da Piccioni tra il 1950 e il 1992 più
due interviste a Gadda. Oltre trent'anni di distanza corrono tra
i due uomini ma questo non li rende meno vicini, nella
consapevolezza soprattutto del più giovane - mai messa in dubbio
- del valore dell'autore della Cognizione del dolore, del
Pasticciaccio, de l'Adalgisa. Ma il prezioso Piccioni ha tante
anime - quanto servirebbero oggi!- ha grande fiuto di critico ed
è capace di scovare talenti come fece con lo stesso Gadda che
già a partire dalle primissime prove pubblicate, quasi
clandestinamente, recensì sempre entusiasticamente e fu capace
di sostenerlo nella vita oltrechè nell'arte. Qui ''Il lettore
potrà per suo conto provare: si metterà con questo libro (I
viaggi la morte ndr) a contatto con Carlo Emilio Gadda. Ma è
avvertito: non creda di andare a fare una passeggiatina - scrive
Piccioni - in giardino soltanto. Gadda è autore complesso,
suscita problemi, sommuove drammi, esplode in polemica, dà
calibrate prove della sua erudizione, affonda il dito nei
dibattitti culturali del momento, è in possesso di una grande
vena ironica, crede nel 'maccheronico' e nel 'barocco'''. Oltre
ovviamente l'interesse dal punto di vista critico queste pagine
sono affascinanti perchè mostrano un modo di fare cultura in
modo solido costruendo un orizzonte reale di riferimento
attraverso i programmi culturali ad esempio e anche i premi
letterari che qui hanno un ruolo centrale nella fortuna di Gadda
con il grande sostegno di Piccioni ma anche nel suo
sostentamento quotidiano. Piccioni è tra coloro che arrivano a
creare un premio apposta, il Premio degli editori, nel 1957
quando Il Pasticciaccio non ottiene per varie motivazioni la
fortuna che a loro avviso avrebbe meritato. Insomma cultura,
vita, generosità nella costruzione della fortuna di un autore in
cui si crede fino in fondo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA