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Covid 19, tragedia e farsa viste dalla matita di Pillinini

Covid 19, tragedia e farsa viste dalla matita di Pillinini

Si può ridere del virus. Prefazione Ballantini e Ovadia.

ROMA, 27 dicembre 2020, 12:58

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Anche sul coronavirus si può ridere.
    Ce lo insegna la satira. Arriva nelle librerie Coronarisus. Il virus infetto della politica (Progedit, euro 15, ISBN 978-88-6194-499), il nuovo libro di Nico Pillinini, disegnatore e artista pugliese, noto per le sue folgoranti vignette, che appaiono quotidianamente soprattutto su "La Gazzetta del mezzogiorno".
    La satira graffiante si appunta su personaggi ed eventi di un anno di dolore e di sconfitte, quale quello che sta finendo.
    "Realizzo vignette satiriche", scrive nella Introduzione l'artista, "anche se ci sarebbe da piangere. Cerco di far sorridere anche le persone che non sanno più farlo, credo che ridere sia contagioso quanto il Covid-19. La satira conficca il coltello nella piaga. Alza la testa e non la china. Ridere è uno sberleffo alla morte".
    Le vignette a colori sono precedute da due Introduzioni d'eccellenza, quali quelle di Moni Ovadia, attore, cantante, musicista e scrittore, e Dario Ballantini, imitatore e attore.
    ''L'epidemia del Covid", scrive il primo, "ha generato una seconda epidemia di non minore entità, la pletora di un'informazione che mira unicamente alla propria autoperpetuazione con crescita degli introiti pubblicitari attraverso un'iterazione di chiacchiere ossessive, di litigi e polemiche di politicanti con scopi strumentali di bieca propaganda. Questo sistema perverso genera crisi di angoscia e di insicurezza acuta nelle persone più fragili e instabili psicologicamente… Le persone consapevoli, sane di mente, hanno molti modi per sottrarsi a questa seconda e insidiosa pandemia.
    L'ironia, la satira, lo humor sono, da questo punto di vista, un potente antidoto contro la volgarità, la stupidità e l'aggressività dilaganti. Troviamo questi farmaci salvifici per l'anima e per la mente in questo incantevole volume di vignette di Nico Pillinini. La sua lingua, immediatamente comunicativa, attraversa, scompaginandole, le retoriche, gli assurdi, i paradossi, le banalità, le idiozie provocate dal discorso mediocre della pseudo informazione sulla pandemia e li smaschera con battute sapide, intelligenti e talora folgoranti che si coniugano efficacemente con l'icasticità dei disegni o delle immagini".
    "A me Nico piace molto", gli fa bordone Dario Ballantini, "perché il suo stile mi ricorda il mondo delle passioni giovanili, in cui i fumetti e i disegni erano la nostra infanzia; riempivano i diari di scuola che si mescolavano a quelli che poi sarebbero diventati i cartoni animati, nonché alle vignette per fare due risate trovate nella settimana enigmistica o in varie altre raccolte in edicola. Nico a volte è costretto a un tipo di elaborazione più simbolica e moderna che per essere più immediato e sintetico (o moderno?) gli fa assestare "zampate" che sanno di sentenza. E la risata si fa davvero amara come deve essere. Ci vuole coraggio a farlo in un periodo così problematico, a volte terrorizzante, in quest'epoca di pandemia che tante contraddizioni ha evidenziato. Per uno come lui non poteva che essere uno stimolo continuo per esorcizzare, estremizzare, ribaltare e mettere alla berlina anche le nostre convinzioni personali. Nico ha urgenza continua di produrre, è un vero appassionato del proprio lavoro come dovrebbe valere per tutti, sente questo impegno-dovere comunicativo che diventa inesauribile. Guccini cantava 'per la battuta mi farei spellare'. Ecco, forse Nico è un gucciniano della vignetta. Non mi sembra un estemporaneo ma un sapiente burattinaio di battute messe in scena e disegnate con cura estrema e si può dire con lui che, soprattutto ora, in epoca di nuove dittature invisibili mediatiche, la satira è una cosa seria, quasi eroica.
   

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