E' un'analisi di quanto è successo
perché non accada più il libro che Riccardo Iacona, giornalista
d'inchiesta e conduttore di PresaDiretta, ha dedicato al Covid e
a quello che ha provocato nel nostro Paese. E il titolo da solo
lo spiega: 'Mai più eroi in corsia. Cosa ha insegnato il
Coronavirus al SSN' (Piemme editore, pp. 222, euro 15,90).
Il 'viaggio' di Iacona parte dalle origini, da quando nella
notte fra il 20 e il 21 febbraio si è scoperto che a Codogno
c'era un paziente in rianimazione positivo al Covid anche se non
era andato in Cina. Parte dalle difficoltà degli ospedali, dei
medici, degli infermieri, soprattutto in Lombardia, e fa un
paragone con il Veneto e l'Emilia-Romagna dove la medicina
territoriale è più sviluppata. Dai medici di famiglia deceduti o
da quelli che si sono sentiti impotenti, senza dispositivi di
protezione, senza la possibilità di mandare i pazienti negli
ospedali già strapieni. "Quando dicono che il sistema della
sanità lombarda ha retto - spiega Paola Pedrini, il segretario
regionale della Fimmg, la federazione italiana dei medici di
famiglia - noi non siamo assolutamente d'accordo. Ha retto solo
per quelli che sono riusciti ad andare in ospedale, che hanno
trovato una risposta, ma tutti gli altri non hanno trovato una
risposta. Mi dispiace, ma per queste migliaia di persone il
sistema sanitario non ha retto".
E' un racconto emozionante quello di Iacona che comunque non
dimentica mai di fornire i dati (aggiornati a luglio, quando il
libro è andato in stampa), come il 14% di operatori sanitari
contagiati in Lombardia contro il 4,4% del Veneto, o in numero
dei medici morti: 174 in Italia, di cui 82, quindi oltre la
metà, in Lombardia, o la mortalità della prima settimana: 196
morti su mille residenti in Veneto, 445 su mille in Lombardia.
L'analisi di quello che è accaduto non è fine a se stessa, ma
guarda a cosa si può imparare per il futuro per evitare una
seconda ondata o per lo meno un secondo tsunami di contagi. A
tirare le conclusioni chiama una serie di esperti come Giuseppe
Remuzzi, il direttore dell'Istituto Mario Negri, convinto che il
Servizio sanitario sia "assolutamente sottofinanziato" e che
vada rivoluzionato utilizzando anche i soldi del Mes e il
virologo di fama mondiale Giorgio Palù per cui "la politica,
tutta, regionale e nazionale, si deve impegnare a implementare
la medicina del territorio, non c'è altra cura, non c'è altra
risposta". Ed è poi lo stesso Iacona a fare un appello a tutti
"per favore! Continuiamo a stare attenti" perché "in attesa di
cure e vaccino, l'unica arma vera che abbiamo a disposizione è
il nostro comportamento responsabile".
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