Non fa altro che "leggere e scrivere"
Dacia Maraini nei giorni di reclusione per l'emergenza
coronavirus. "E' l'unica cosa che mi fa piacere. Sono sola in
casa e ho una marea di libri da leggere. Sto dedicandomi a
quelli del Premio Strega 2020', ne leggo uno dietro l'altro,
fino in fondo o mi fermo dopo qualche capitolo. Alcuni sono
molto belli, altri meno" dice all'ANSA l'autrice de 'La lunga
vita di Marianna Ucria', Premio Campiello nel 1990 e Premio
Strega nel 1999 con 'Buio'.
"Non sono d'accordo con la mancanza di concentrazione o la
fatica di leggere in questo periodo. Non condanno certo chi si
affida agli audiolibri, vanno benissimo se uno è cieco, sta
guidando o è impegnato in lavori manuali, ma se uno ha gli occhi
buoni e può leggere è sempre meglio" spiega la Maraini che sta
scrivendo un nuovo romanzo di cui è prevista l'uscita nel 2021.
Tra i classici consiglia "a chi vuol sentir parlare di
epidemie, 'Morte a Venezia' di Thomas Mann, 'I Promessi Sposi'
di Alessandro Manzoni, di cui si è ampiamente parlato e il
'Decameron' di Boccaccio che prende spunto dalla peste. E' bello
che siano delle donne a mettersi in giardino a raccontare
storie. Da Sherazade in poi il racconto è spesso femminile" dice
la Maraini alla quale piace "soffermarsi sui libri di donne,
visto che alla fine prevalgono quelli degli uomini". Tra questi
suggerisce 'La nuova stagione' (Bompiani) di Silvia Ballestra,
'Città sommersa' (Bompiani) di Marta Barone 'L'architettrice'
(Einaudi) di Melania Mazzucco.
Nei giorni drammatici del Covid-19 la scrittrice guarda al
futuro con ottimismo e, benché sia preoccupata per l'allarme
sociale nel nostro Paese, dice che "l'emergenza sanitaria è
primaria". "Io ho vissuto il dopoguerra, poi bisognerà
rimboccarsi le maniche con passione, forza, energia e fiducia.
Adesso tocca all'Europa fare il suo piano Marshall e alla fine
lo farà perché conviene a tutti" spiega la Maraini.
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