Chi non ricorda il fuori onda
infastidito di Emilio Fede, dopo la gaffe clamorosa della regia
del suo Tg4, quando nel 2003, in luogo dell'annunciato Saddam
Hussein, fu proiettata l'immagine di Silvio Berlusconi? Adesso
quell'esclamazione diventata virale, "Che figura di merda", dà
il titolo al libro più intimo e confidenziale che il giornalista
potesse concepire. Edito da Giraldi (pp. 174, Collana
Protagonisti, 16 euro), sarà in libreria dal 20 aprile ma già da
venerdì 10 aprile disponibile in ebook (13,99 euro).
Il giornalista - 89 anni il prossimo 24 giugno -, alle soglie
della ritrovata libertà, con lo sguardo rivolto all'imminente
scadenza degli arresti domiciliari, si concede una lunga
cavalcata retrospettiva e insieme un'incursione nel futuro.
Emilio Fede immagina come potrebbe essere il suo funerale nella
sua amata Napoli - città in cui vive la moglie Diana - sul
lungomare Caracciolo: qua e là, pagina dopo pagina, descrive il
corteo in mezzo al quale si vedono spuntare tanti cartelli. Sono
richieste - di lavoro, spesso, o di una "buona parola" - ma
anche commenti, esclamazioni, ricordi che scandiscono, come
fossero "segnalibri" di questo memoir, i momenti della vita, le
polemiche, l'eco lontana o vicina della ingratitudine, degli
affetti, filo rosso di tante storie nel viaggio della vita.
Un'occasione, offerta ai lettori, di scoprire non solo il
Fede del Bunga Bunga e di Ruby Rubacuori, del forte legame con
Silvio Berlusconi e della frequentazione con "mamma Rosa". Non
solo il Fede dei 21 anni in Fininvest, venti dei quali alla
direzione del Tg4. Ma anche il giornalista di trincea, armato di
Lettera 22, alla guida di Studio Aperto quando per la prima
volta andavano le immagini della guerra del Golfo, nel 1991. E,
prima ancora, inviato speciale della Rai.
Ma in queste pagine - nelle quali ripercorre l'adolescenza,
l'amore per l'informazione, il vizio del gioco, l'incontro con
Berlusconi, il successo, il Bunga Bunga, la caduta,
l'emarginazione, i ricordi, che possono lenire o possono
bruciare - Emilio Fede non vuole piacere per forza: il ruolo di
personaggio scomodo e antipatico ai più non lo fa sentire a
disagio. Vuole solo essere creduto.
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