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Libri: 'La morte a Brescia',

Libri: 'La morte a Brescia',

Barbieri, testimone diretto, racconta la storia fino a processi

MILANO, 17 maggio 2019, 13:16

Marisa Alagia

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Caso, destino, fortuna? Mi è sempre piaciuto pensare che se non sono stato investito dall'esplosione della bomba è grazie all'amicizia". Era uno studente diciottenne Paolo Barbieri quando il 28 maggio 1974 si trovò a pochi metri dal porticato di Piazza della Loggia a Brescia, dove durante una manifestazione antifascista, organizzata dal sindacato e dal Comitato permanente antifascista, venne fatta esplodere una bomba che uccise 8 persone ferendone altre 100. E comincia proprio con la sua testimonianza diretta il libro che esce in questi giorni 'La morte a Brescia-28 maggio 1974: storia di una strage fascista'. Il secondo che il giornalista e scrittore dedica a quella brutta pagina di storia italiana dopo 'La strage dai capelli bianchi' del 2003. Edito da RedStar Press, il libro è una scrupolosa ricostruzione in 127 pagine degli anni degli attentati, la situazione politica italiana e non solo nel biennio 73/74, i tentativi di colpo di stato, la scoperta proprio a Brescia del Mar (Movimento Armato Rivoluzionario) e l'arresto di numerosi esponenti di estrema destra. Quindi i 41 anni di indagini e processi sulla strage di Piazza della Loggia, con il coinvolgimento dei fondatori di gruppi di estrema destra come Ordine Nuovo e Ordine Nero, un ex generale dei carabinieri, due personaggi imputati pure nella strage di Piazza Fontana, nel 1969 a Milano, un primo processo a fascisti bresciani con l'ergastolo a Ermanno Buzzi (ucciso prima di arrivare in appello nel carcere di Novara da Pierluigi Concutelli e Mario Tuti), la ‘Pista Ferri’ dal nome di Cesare Ferri (Ordine Nero). Fino alla parola definitiva scritta dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano e confermata dalla Corte di Cassazione con la condanna all’ergastolo di Carlo Maria Maggi, capo di Ordine Nuovo e Maurizio Tramonte, anche lui ordinovista e, scrive Barbieri, spia dei servizi segreti con il nome di ‘Fonte Tritone’, presente in Piazza della Loggia il giorno della strage. Una strage, sottolinea l’autore, del quale ultimamente è stato pubblicato un saggio sulla guerra ‘Polemos’, considerata dai giudici ‘la più politica di tutte’. “Perché - spiega - gli autori non solo hanno voluto creare terrore nel paese ma hanno anche voluto uccidere proprio quelle persone, ossia i ‘nemici’ politici,quelli della sinistra che manifestavano contro il fascismo”.

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