Gli abiti bon ton femminili tipici del perbenismo medio borghese anni Sessanta indossati da Catherine Deneuve in Bella di giorno, i travestimenti "camp" (stile a base di capi di vinile o alluminio e calze animalier) di David Bowie, i cappellini color sorbetto della regina Elisabetta: tra consigli d'eleganza, curiosità e qualche succoso gossip, "L'Alfabeto della moda" di Sofia Gnoli, non è un vocabolario di settore come ingannevolmente il titolo indurrebbe a pensare, ma descrive l'atmosfera attorno a un certo tipo di abito, di accessorio o di stile.
Nel volumetto illustrato da Aldo Sacchetti (Carocci Editore, 208 pp, 14 euro), tornano alla memoria arbitri d'eleganza, creatori di moda e stelle del cinema, che hanno suggerito a milioni di donne come vestire, camminare, dissimulare i propri difetti. Da Gabriele d'Annunzio a Diana Vreeland, da Coco Chanel a Mae West, che affermava: "mi fanno ridere le donne che vogliono governare il mondo sole, senza uomini chi tira su la chiusura lampo sul dietro di un abito?".
Insomma, il libro di suggerimenti e aneddoti di Sofia Gnoli, e in un momento di totale assenza di regole aiuta perlomeno a sorridere e a tenere alto il morale.
Sofia Gnoli, studiosa di moda, docente universitaria e giornalista, scrive sul "Venerdì" e la "Repubblica". Fra le sue ultime pubblicazioni: The Origins of Italian Fashion (V&A Publishing, 2014). Con Carocci editore ha pubblicato Moda. Dalla nascita della haute couture a oggi (8a rist. 2019) ed Eleganza fascista (2017).
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