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Vita di Giuseppe Borsalino in un libro

Vita di Giuseppe Borsalino in un libro

La parabola del fondatore della storica azienda di Alessandria

ROMA, 15 luglio 2018, 15:31

Patrizia Vacalebri

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Borsalino con i suoi 160 anni di storia, potrà avere ancora un roseo futuro nel mercato globale grazie all'offerta di acquisto all'asta fallimentare da parte della società Haeres Equita di Philippe Camperio, l'imprenditore italo-svizzero che dal 2015 ad Alessandria, sede del cappellificio, la prese in affitto mentre era in grave crisi, a causa del maxi crac del suo maggior azionista, l'imprenditore astigiano Mauro Marenco. Ma la storia del fondatore del marchio Giuseppe Borsalino è stata consegnata ai posteri con un libro che vuole raccontare al mondo, tra ricerca e fantasia, la parabola de "L'Uomo che conquistò il mondo con un cappello", come recita il sottotitolo del volume dell'architetta-scrittrice Rossana Balduzzi Gastini, edito da Sperling & Kupfer. Giuseppe Borsalino ha vissuto tra il 1834 e il 1900, un periodo in cui ad Alessandria, nel Piemonte, in Italia e in Europa, il progresso industriale s'intrecciava a quello economico e sociale. In questo clima l'autrice inserisce l'epopea del cappello e del suo massimo rappresentante. 'U siur Pipen', nato in una famiglia umile in provincia di Alessandria, era un tipo "ribelle, vivace e irrequieto, poco avvezzo agli studi ma straordinariamente intelligente". Apprese il mestiere di cappellaio da un artigiano locale e andò ad affinarsi in Francia, partendo con pochi spiccioli in tasca e tanta determinazione. La sua forza fu quella di non dimenticare mai le proprie origini e così tornò in Italia e fondò con la famiglia un'impresa di cappelli. Il 4 aprile 1857 aprì in via Schiavina, ad Alessandria, un piccolo laboratorio specializzato nella produzione di cappelli in feltro. Il laboratorio crebbe rapidamente fino a diventare industria e nel 1888 l'azienda si trasferì nella nuova manifattura di corso Cento Cannoni, progettata da Arnaldo Gardella. Alla vigilia della prima guerra mondiale Borsalino produceva due milioni di cappelli l'anno, facendo da traino all'economia della città piemontese. Ma Giuseppe ha progetti più ambiziosi e volle conquistare il mondo. All'estero Borsalino conquistò mercati strategici come quello della City londinese con le sue bombette e quello statunitense a Hollywood. Negli anni però la produzione iniziò a ridursi e il ridimensionamento dell'azienda non tardò ad arrivare. Da sempre i cappelli Borsalino sono legati al mondo del cinema. In Casablanca, il capolavoro interpretato da Humphrey Bogart, è calato sulla testa dell'amato divo per gran parte del film. Il cappello Borsalino dà un tocco d'autore ai film di Fellini e compare in innumerevoli film, fra cui lungometraggi Borsalino e Borsalino & co. con Alain Delon. Robert Redford, nelle pagine iniziali del libro regala una testimonianza del suo amore per la creatività italiana, scrivendo una lettera agli eredi dell'azienda. Il libro è anche un viaggio attraverso la storia della cartellonistica pubblicitaria, che passa attraverso le invenzioni di grandi artisti come Marcello Dudovich, Gino Boccasile, Max Huber e altri. Il volume ripercorre anche la storia sociale legata all'azienda con le 'borsaline', le iconiche operaie dello stabilimento entrate nell'immaginario popolare perché rappresentano una dirompente fase di emancipazione rispetto alla mentalità patriarcale dell'epoca. Disponibile in formato e-book, il libro analizza il rapporto con Alessandria, entrata nel Novecento con le grandi opere finanziate da Teresio Borsalino, dall'acquedotto cittadino e dalle fognature. Interventi nel segno anche della grande architettura, con Ignazio Gardella.

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