racconta - un regalo avvelenato: proseguire nel cammino verso la morte là dove io mi ero fermato. Dopo 34 anni in veste di giornalista e inviato del quotidiano Libération, un giorno ho deciso di abbandonare i reportage dalle zone di guerra, perché per colpa della guerra non riuscivo più a tornare alla pace". Nel romanzo ambientato all'inizio degli anni Ottanta, nel Libano della guerra civile, "mando Georges ancora più in là rispetto a dove ho rinunciato ad andare. Uccidendolo, uccido anche la mia parte di tenebre e un po' del mostro che la guerra aveva introdotto nel mio corpo, una sorta di veleno" spiega Chalandon, nato a Tunisi nel 1952.
'La quarta parete', con cui in Francia ha vinto il Prix Goncourt des Lycéens, ha un valore simbolico: " in teatro - spiega - è il muro invisibile che separa pubblico e attori, per permettere a questi ultimi di dimenticare di essere sulla scena.
Nel libro, rappresenta anche il muro che separa la pace dalla guerra, la vita dalla morte. Ed io obbligo Georges a romperlo".
Scritto in Francia, durante l'occupazione nazista, l'Antigone di Anouilh è un "dramma sprovvisto di Dio. Lo scrittore vedeva Antigone come una resistente. La censura nazista ha letto invece la resistenza nella figura di Creonte, che non si piega. Questo testo teatrale è un equivoco che avrebbe potuto permettere a tutti i combattenti libanesi di accettare di rappresentare questo dramma per ragioni diverse" dice lo scrittore che vive a Parigi e ha tre figlie. Della vittoria alle elezioni presidenziali francesi di Emmanuel Macron afferma: "è la sconfitta di Le Pen. Era l'obiettivo cui arrivare". Sul terrorismo e quello che dobbiamo aspettarci non fa previsioni: "non immagino niente. Io subisco, imparo, dubito, lotto. E non mi piacciono i giornalisti che si prendono per oracoli". Mentre fenomeno dei migranti dice senza mezzi termini che "l'Occidente ha incoraggiato alcune popolazioni a fare la guerra e di ciò paga oggi il prezzo".
Particolarmente felice del Premio Terzani, Chalandon racconta che il ricordo di Tiziano lo riporta "all'umiltà più assoluta. É tra quelli che hanno fatto nascere la voglia, nel ragazzino che ero, di diventare giornalista. Ed è motivo di grande onore essere premiato per un romanzo. Perché la giuria ha visto, in questa opera di finzione, tutta la realtà che contiene". Angela Terzani, presidente della giuria composta da Giulio Anselmi, Enza Campino, Toni Capuozzo, Tommaso Cerno, Marco Del Corona, Andrea Filippi, Àlen Loreti, Milena Gabanelli, Ettore Mo, Carla Nicolini, Paolo Pecile, Valerio Pellizzari, Peter Popham e Marino Sinibaldi, sottolinea nel commento alle motivazioni al premio come 'La quarta parete' non sia "un libro di attualità ma un romanzo che condensa lo scontro eterno tra la barbarie della guerra e l'umanità più profonda".
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