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Siti, mia dedica omaggio Don Milani

Siti, mia dedica omaggio Don Milani

Incontro con Michela Marzano dopo polemiche

MILANO, 23 aprile 2017, 21:26

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Walter Siti e Michela Marzano sullo stesso palco - per la prima volta insieme dopo le polemiche infuocate sui giornali e suoi social scatenate dalla stroncatura su Repubblica della filosofa e scrittrice al nuovo romanzo 'Bruciare tutto' (Rizzoli) dello scrittore Premio Strega 2013 - restano su posizioni differenti ma si danno la mano in un affollatissimo incontro nel giorno di chiusura di Tempo di Libri a Milano. Il punto caldo della questione resta quella dedica "all'ombra ferita e forte di don Lorenzo Milani" da cui parte proprio Siti parlando del suo romanzo che ha per protagonista un prete, Don Leo, attratto dai minori che si interroga su Dio e la fede. "Se c'era una pulsione, Don Milani la ha mantenuta nel recinto della propria mente, del proprio cuore e del proprio inconscio. Un atto di sublimazione straordinario" dice Siti e aggiunge "dedicare l'intera vita ai ragazzi, trasformare un ossessione un qualcosa che sia utile alla comunità, questo è il massimo che si possa raggiungere. Il mio prete non è così.

In questo spirito, la mia dedica è un omaggio a Don Milani". Mentre, "sembra mi si accusi - dice lo scrittore - di voler gettare fango e mettere in cattiva luce Don Milani. Avevo 21 anni nel '68, per me 'Lettera a una professoressa' è stato un libro guida. Ho letto da allora tutto quello che potevo su Don Milani con stima e ammirazione per il suo stile controcorrente. Era un prete interessante, anomalo" spiega Siti. E sottolinea "ho sempre dato per scontato che Don Milani non avesse mai dato adito a niente che potesse scandalizzare i ragazzi con cui è venuto in contatto". Siti si sofferma su altri due punti toccati dalla Marzano nel suo articolo su Repubblica. "C'e' un accenno in cui si dice che il mio libro è una cinica operazione editoriale. Ho lavorato tre anni a 'Bruciare tutto', gli editori che erano più spaventati di me, possono testimoniarlo. Tutto ci può essere, la malacuranza, ma non è una cinica operazione editoriale. E questo - incalza - non è un libro a tesi. I temi fondamentali erano l'invincibilità dell'ossessione e il grande tema della volontà e della libertà". La Marzano - della quale Einaudi ha da poco pubblicato 'L'amore che mi resta' su una madre che vive la sofferenza più grande che possa accadere, il suicidio della figlia - ci tiene a precisare che non le piace il termine "stroncatura" e neppure l'espressione 'inaccettabile' che non c'è mai nel mio pezzo e come sapete i titoli non li sceglie chi scrive i pezzi".

E torna sulla dedica precisando: "c'è una grande differenza tra orientamento sessuale e le pratiche sessuali. Che il desiderio sia oscuro è il punto di partenza, lo è per definizione. La pedofilia fa morti e feriti e non c'entra nulla con le pratiche sessuali. Con la dedica di Siti si riapre un capitolo che confonde i due livelli. Chi scrive ha una forma di responsabilità". "Don Leo non ha nessuna tentazione nei confronti di questo bambino. Si rimprovera di non essersi preso cura di lui" replica Siti. Quando muore è preso da una confusione spaventosa. E' in una bufera in cui straparla" dice. E la Marzano ribadisce che, a costo di essere considerata "moralista, insopportabile, professoressa" è fondamentale avere "chiaro in testa la differenza tra orientamento sessuale e pedofilia" e aggiunge: Lungi da me pensare che ci siano argomenti tabù. La letteratura può trattare ogni cosa ma è importante il come. Trovo la storia raccontata da Siti poco aderente, poco autentica". Alla fine i due scrittori che nel dibattito, coordinato da Bruno Ventavoli, avrebbero dovuto, quando è stato organizzato, confrontarsi sull'autostroncatura, si salutano scambiandosi battute pacifiche. "Siamo due brave persone" dice Siti che non ha ancora letto 'L'amore che mi resta'. "Voglio la stroncatura" dice scherzando la Marzano.

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