"Slogan in scozzese vuol dire
'grido di guerra', qualcosa di violento insomma. E la violenza è
sempre negazione della razionalità. Io invece credo che ci sia
bisogno di razionalità, cioè di capacità di collegare tutti i
dati. Un coccio, un frammento di papiro sono dati. Di per sé non
dicono niente. Ma possono fornire, come diceva Bianchi
Bandinelli, il contesto in cui sono nati". Sono le attualissime
parole di Francesco Adorno, uno dei più autorevoli storici della
filosofia antica, scomparso nel settembre del 2010 che compaiono
nel libro del giornalista Daniele Pugliese "Appropriazione
indebita", il primo titolo di Tessere, la casa editrice appena
fondata e della quale lo stesso Pugliese è tra i promotori.
"Appropriazione indebita" è una raccolta di 30 interviste,
realizzate fra il 1982 e il 1992 per le pagine culturali e
scientifiche de "l'Unità", capaci, a dispetto di quanto
legittimamente sosteneva il direttore del "Corriere della Sera",
Luigi Albertini, di vivere più di un giorno solo.
«Il "valore aggiunto" è dovuto tutto agli intervistati,
all'esperienza che si portavano dietro, alle competenze che
avevano coltivato. Per questo il titolo "Appropriazione
indebita": la firma in fondo a quei pezzi è un piccolo furto»,
spiega Pugliese nell'introduzione. Sono le testimonianze di
grandi intellettuali - Garin, Rubinstein, Haskell, Rossi Monti,
Geymonat, Thom, Quine, Toraldo di Francia, Rifkin, Eco per dirne
alcuni - su temi diversi ma tenuti insieme dalla loro capacità
di indicare orizzonti ai quali guardare ancora per non smarrire
del tutto la bussola. Il volume, in formato e-Book o in versione
cartacea, è disponibile sul sito dell'associazione,
www.tessere.org.
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