"Oggi viviamo anche un tempo in cui
si fatica a immaginare una lingua del futuro e forse anche una
lingua del presente. Eppure, se un giorno si dovesse tentare di
trovare un'espressione capace di sintetizzare i mutamenti più
significativi e le prospettive più feconde di questo nostro
tempo, la parola migrazione potrebbe offrire la chiave di
lettura meno asfittica per toccare il cuore delle cose". Lo
afferma la scrittrice Evelina Santangelo, responsabile e
coordinatrice del programma del Festival delle Letterature
Migranti che si svolgerà dal 12 al 16 ottobre a Palermo.
"Perché oggi, a migrare (come migravano ieri) non sono
soltanto le genti, - prosegue - ma anche gli immaginari, le
lingue, le letterature, le forme espressive, i modi della
comunicazione così come quelli dell'informazione. Di
sconfinamenti, nomadismi, nuovi radicamenti linguistici,
culturali, mediatici renderanno conto moltissimi degli incontri
in cui si parlerà di migrazioni editoriali, narrative,
artistiche, di società digitali".
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