MANTOVA - L'America che cambia raccontata da Jan McInerney nel terzo libro della trilogia dedicata a New York, 'La luce dei giorni' (Bompiani), e' quella del 2008 e delle speranze rappresentate da Obama. Ora e' di fronte a una nuova sfida, le elezioni presidenziali del prossimo novembre. "Se Donald Trump viene eletto vengo a vivere in Italia" dice all'ANSA lo scrittore al Festivaletteratura di Mantova.
"Trump e' newyorchese. Noi sappiamo chi e' e non otterra' molti voti dai suoi concittadini" aggiunge. L'immagine di partenza del libro, racconta McInerney, "era un autunno in cui Corinne, Russell e i loro amici si trovano per parlare delle elezioni. In quel periodo si temeva a causa della crisi finanziaria, ma c'era molta speranza. Si pensava che con Obama ci sarebbe stata una nuova epoca, avrebbe portato ricchezza e armonia razziale" spiega l'autore de 'Le mille luci di New York'. Certo, oggi si puo' riconoscere che "nessuno sarebbe riuscito a soddisfare le speranze che avevamo nel 2008. Neppure Obama ci e' riuscito. Se guardiamo a quell'anno arriva la tristezza nel nostro cuore". Ma questo sogno mancato di Obama lo puo' raccogliere, secondo lo scrittore, Hillary Clinton: "E' piu' realista, ha i piedi per terra. Sperso che riesca a fare piu' di Obama. Spero davvero che vinca Hillary, che sia una grande presidente e non le faro' mancare il mio sostegno".
Nell'America depressa dalla crisi economica, Corinne e Russell Calloway vedono, ne 'La luce dei giorni', il loro matrimonio messo a dura prova. Lei assistera' anche al ritorno in citta' dell'uomo con cui ha vissuto una storia clandestina nel dopo 11 settembre. "E' sorprendente - dice McInerney - che la gente si sia dimenticata dell'11 settembre, gli stessi newyorchesi, per non parlare di chi non c'era e lo ha vissuto in modo distante. Per chi ha perso i propri cari, io ho perduto un amico - racconta lo scrittore - rimane una grande ferita. Quando vediamo un aereo che vola basso su Manhattan e sentiamo quel rumore tutto torna nella memoria". Diventati adulti, ormai cinquantenni come lo scrittore, Corinne e Russell e i loro due gemelli nati quasi per miracolo vivono fallimenti lavorativi e personali, ma ce la faranno a non far andare tutto a pezzi. "I matrimoni migliori, come le navi migliori, sono quelli in grado di superare le tempeste" scrive McInerney. In questo ultimo capitolo della trilogia partita con 'Si spengono le luci' e continuata con 'Good Life', Corinne e Russell "si sono sposati, hanno dei figli, come me. I loro problemi non sono piu' quelli del passato, le feste, lo sballo. La New York anni '80 era sporca, pericolosa, piena di eroina, ma dava molto spazio alla musica alla letteratura, all'arte. Oggi e' una citta' piu' ricca e sicura ma non sono certo che sia piu' interessante" spiega McInerney mentre la folla lo aspetta.
"Tutti i libri della trilogia parlano di New York in crisi: crollo dei mercati, la catastrofe dopo l'11 settembre e la crisi finanziaria del 2008 descritta in questa nuova opera, ma, malgrado queste negativita', credo sia una citta' da amare. Resta la piu' bella citta' d'America e del mondo" afferma lo scrittore che si e' fatto conoscere in Italia grazie a Fernanda Pivano. "Prima di lei nessuno era interessato alle mie opere. Era eccezionale la sua conoscenza della letteratura americana. La ho conosciuta nel 1985 in Sicilia. Si sta girando un documentario su di lei. Presto sara' il suo centenario dalla nascita, sento molto la sua mancanza e vorrei potesse tornare qui vicino a me" racconta lo scrittore. Corinne e Russell "hanno imparato che tutti i giorni vissuti a New York sono stati speciali, pero' con il passare degli anni scarseggiano", racconta lo scrittore che e' molto affezionato a questi personaggi. "Mi piace l'idea della trilogia, pulita e compiuta, ma sicuramente tornero' a parlare di questi personaggi perche' mi piacciono molto" dice lasciando aperta la porta a una loro nuova avventura.
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