La chiesetta di Megli, arrampicata
sulla collina di Recco a picco sul mare, sembra lo sfondo di una
delle copertine di Zagor, il personaggio dei fumetti nato dalla
matita di Gallieno Ferri, morto sabato scorso a Genova all'età
di 87 anni. Oggi i suoi funerali in una chiesetta troppo piccola
per contenere tutte le persone che lo hanno voluto accompagnare
nel suo ultimo viaggio. C'erano i familiari, la moglie e i
quattro figli, c'erano i colleghi della Bonelli, la casa
editrice che edita Zagor, venuti con un pullman in massa,
compresi Davide Bonelli e Moreno Burattini; c'erano tanti
colleghi, alcuni illustri come Ivo Milazzo, Giancarlo Berardi,
Carlo Chendi, per citarne alcuni; e c'erano tanti fan con la
maglia rossa e l'Uccello tuono sul petto. La scure di Zagor
posata sul feretro ha vegliato sull'uomo "dalla vita splendida -
lo ricorda il figlio Fulvio - ma semplice, mai amante della fama
nonostante fosse conosciuto, ma molto amante della vita e della
natura; un esempio di famiglia per noi". E prima che le note
della chitarra di Graziano Romani facessero commuovere tutti i
presenti intonando la ballata "Darkwood" tratta da un cd
interamente dedicato a Zagor pubblicato nel 2009 dallo stesso
Romani, Moreno Burattini, sceneggiatore e curatore di Zagor, ha
ricordato Ferri come "un secondo padre mentre Zagor un fratello
maggiore". "Io non sarei io senza di te; c'è stata una copertina
(che Ferri disegnava personalmente) per ogni momento della mia
vita. Ci mancherai ma noi andremo avanti", ha aggiunto. Nella
chiesa anche i gonfaloni dei comuni di Recco, dove Ferri
abitava, e di Rocchetta Vara, che ha offerto al disegnatore la
cittadinanza onoraria ma che per problemi di salute non è mai
riuscito a consegnargli.
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