Forse non è un caso che quegli
scrittori che più credettero nell'impegno degli intellettuali e
nel cambiamento del nostro paese, operando di persona sin dalla
partecipazione alla Resistenza, quelli nati poco prima o dopo il
1910, da Vasco Pratolini, di cui si sono da poco ricordati i 25
anni dalla morte, a Elio Vittorini, di cui il 12 febbraio
ricorrono i 50 anni dalla scomparsa nel 1966, oggi siano quasi
dimenticati, in questa Italia in crisi specie sul piano morale e
che come letteratura di denuncia sociale legge i noir.
Sono evidentemente personaggi scomodi, con una loro visione
etica del mondo e della vita. Vittorini oltre a scrivere romanzi
come Il garofano Rosso, Conversazioni in Sicilia, Uomini e no fu
da sempre promotore culturale col suo operare nell'editoria,
come testimonia il successo della collana per Einaudi ''I
gettoni'' con cui negli anni '50 scoperse e lanciò tanti nomi
nuovi, o le riviste da lui promosse, da ''Il Politecnico'' a
''Il menabò''.
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