(di Francesco Gallo)
I misteri del Bar Etoile di e con
Abel&Gordon è un film surreale e sgangherato, tra follia,
nichilismo e malinconia. Da una parte la tenerezza di un'opera
di Aki Kaurismaki e, dall'altra, un pizzico di follia alla
Buster Keaton.
"I nostri film sono spesso descritti come 'poetico-burlesque'.
Siamo passati dalla commedia slapstick al film noir, senza
abbandonare la voglia di far ridere utilizzando note più amare.
Nichilismo e malinconia irrorano I misteri del bar Étoile, ma il
nostro insieme di personaggi moralmente inetti riempie il nostro
film noir di colori vivaci e gioiosi".
Così dicono di questo loro quinto film, passato a Rendez Vous e
in sala dall'11 aprile con Academy Two, gli stessi registi
Fiona Gordon, nata in Australia nel 1957, e Dominique Abel nato
invece in una piccola città belga chiamata Lobbes nello stesso
anno.
Questa la scarna trama: l'ex attivista Boris (Dominique Abel)
lavora in incognito come barista all'Étoile Filante. Ma una
delle sue vittime lo identifica e reclama vendetta. La comparsa
di un sosia, il solitario Dom (Abel), sembra fornire a Boris,
alla sua ingegnosa compagna Kayoko e al loro fedele amico Tim un
perfetto piano di fuga. Non hanno calcolato, però, la ex moglie
di Dom (Fiona Gordon), una sospettosa detective che si mette
sulle loro tracce.
Che rapporto avete con il cinema italiano?
"Finalmente abbiamo l'occasione di dire che amiamo moltissimo
Fellini e Benigni, i clown del cinema italiano, ma anche il
vostro Maurizio Nichetti, quando eravamo più giovani volevamo
vedere tutto quello che produceva" dicono all'ANSA i registi
Abel&Gordon.
"I misteri del bar Étoile, il nostro quinto film, è ambientato
in un mondo scosso da manifestazioni di protesta ai giorni
nostri. Se apriamo le finestre - dicono i registi - sentiamo le
urla di protesta: un mondo senza coscienza sta distruggendo il
pianeta. Abbiamo collocato il nostro eroe politico caduto in
disgrazia in questo contesto contemporaneo. Boris continua a
nascondere la testa sotto la sabbia mentre intorno a lui
attivisti arrabbiati protestano per un mondo più giusto e più
pulito. Parallelamente, con Dom e Fiona, assistiamo a un
conflitto più intimo e personale, di due esclusi dalla società
che continuano a esistere in un mondo che continua ad esistere
senza di loro".
E l'improvvisazione nei vostri film?
"Sì ce n'è molta, ma solo prima delle riprese. Noi proviamo
molto con attori e comparse, prima di girare"
C'è una linea continua nelle vostre opere?
"All'inizio eravamo più puristi, il nostro primo film era tutto
un piano sequenza quindi senza nessuna possibilità di tagliare,
fare interventi di qualsiasi tipo, poi man mano che siamo andati
avanti abbiamo un po' adottato la cultura del puzzle cioè
diversi pezzi che si incastrano. Il nostro interesse resta
sempre l'essere umano in difficoltà, questa è una cosa che per
noi non cambierà mai".
Nel cast anche: Kaori Ito, Philippe Martz e Bruno Romy.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA