STATE A CASA di Roan Johnson ha un
primato, è un film sulla pandemia, sul covid, in cui il lockdown
entra nella storia in modo naturale, non strumentale, anche se
non mancano i simboli. Una sorta di black-comedy,
necessariamente claustrofobica, in sala con Vision Distribution
in 150 copie dal 1 luglio, con un cast di giovani attori tutti
bravi: Dario Aita, Giordana Faggiano, Lorenzo Frediani, Martina
Sammarco e con la partecipazione di Tommaso Ragno.
Siamo a Roma dove quattro ragazzi, sotto i trenta anni,
condividono un appartamento. Bloccati dal contagio va detto che
questi giovani non se la passano troppo bene. Hanno poi come
vicino, il loro padrone di casa (Ragno) ricco e viscido a cui
devono ormai troppi soldi.
E mentre in casa si aggira un inquietante serpente giallo che a
un certo punto scompare, a loro viene in mente un'idea che
potrebbe risolvere i loro problemi definitivamente.
Perché non ricattare il ricco proprietario di casa dopo averlo
coinvolto in una finta avance sessuale da parte di una sua
giovane inquilina a cui fa la corte da tempo?
Sembra tutto facile, basta trovare il momento giusto e qualcuno
che scatta una foto. Ma il virus, forse, è entrato nella vita e
nella testa di questi ragazzi e non solo, porterà le cose troppo
avanti, in una discesa tragica e grottesca che si annuncia senza
fine.
STATE A CASA, prodotto da PALOMAR e Vision Distribution, si
chiude così non a caso con questa emblematica frase:
"L'organismo malato è la terra e il virus siamo noi".
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