/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

I tanti volti di Alberto Sordi

I tanti volti di Alberto Sordi

In un docu di Della Casa e Taricano il ritratto di un mito

ROMA, 21 ottobre 2020, 10:17

di Francesco Gallo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Alberto Sordi è una miniera senza fine". Così Steve Della Casa e Caterina Taricano registi di SIAMO IN UN FILM DI ALBERTO SORDI? documentario dedicato all'Albertone nazionale che passa oggi alla 15/a edizione della Festa di Roma. Attraverso le testimonianze di Giuliano Montaldo, Nicola Piovani, Ascanio Celestini, Vincenzo Mollica, Riccardo Rossi e lo stesso Steve Della Casa, si parla del suo rapporto con la musica e il canto, anche nel senso della musicalità della sua recitazione, del suo essere per certi versi inattuale e si affronta anche un argomento scottante e delicato il fatto di essere inviso alla sinistra (come sottolinea più volte Celestini) che lo ha sempre considerato poco più di un qualunquista, basti pensare al tormentone di Nanni Moretti: "Ve lo meritate Alberto Sordi". Eppure il popolo, a cui idealmente si è sempre ispirata la sinistra, lo andava a vedere, lo premiava in sala fa notare Ascanio Celestini.

Dice nel suo intervento Giuliano Montaldo: "Era un bancomat per i produttori che grazie ai suoi incassi potevano permettersi di fare anche altri lavori meno popolari". Per Steve Della Casa: "Si è cercato con questo documentario di mettere in luce alcuni aspetti inediti dell'attore, come ad esempio il suo rapporto con la musica e il canto (come ha fatto Piovani). E questo anche grazie all'apporto di ben 42 film e i ricchi archivi di Compass e di Minerva. Con questo spirito abbiamo affrontato il lavoro, sapendo che a nostra disposizione c'erano e l'amicizia di importanti protagonisti dello spettacolo, ciascuno dei quali ci ha raccontato il suo Alberto Sordi". Tra i tanti temi trattati in questo documentario il suo essere "più antropologo che qualunquista", l'analisi del suo rapporto con Sonego, vero e proprio alter ego, l'importanza nella sua cinematografia di un film come DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO e anche il fatto di quanto poco nella sua vita Sordi ha alimentato il gossip sentimentale".

Per Riccardo Rossi, vero storico di Sordi : "era un vero e proprio mito. L'ho scoperto guardando in tv 'storia di un italiano', poi ho visto in sala Il marchese del Grillo e da lì ho recuperato tutto ciò che c'era da vedere su di lui". Ad inizio film, infine, c'è chi replica a Nanni Moretti e alla sua famosa frase: "Ve lo meritate Nanni Moretti". A farlo è Francesco De Gregori che dice ironico: "Sì, ce lo meritiamo, ma solo i migliori di noi".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza