Nel rush finale della corsa agli Oscar e mentre i giurati dell'Academy si preparano a votare, Quentin Tarantino dice la sua sulla "guerra dei film": in pole position per far man bassa di statuette grazie alle dieci candidature del suo "C'era una volta...a Hollywood", il regista si e' allineato con Martin Scorsese nella polemica sui blockbuster Marvel che, dominando il mercato, "stanno uccidendo il cinema d'autore".
"C'e' una guerra in corso" tra cinematografia "originale" e "prodotti commerciali proprieta' intellettuale di conglomerati" come la Disney, ha detto Tarantino in una intervista a "Deadline", in cui ha espresso preoccupazione per la posizione dominante che i certi grandi successi di cassetta, quelli che lui chiama i "blockbuster IP", hanno stabilito sul panorama della distribuzione cinematografica negli Usa ma non solo. Il ragionamento e' in linea con quello fatto da Scorsese quando la scorsa estate, anche per difendersi di esser andato da Netflix con il suo "The Irishman", aveva sferrato un duro attacco ai film Marvel che a suo avviso "non sono vero cinema".
Con Scorsese si erano allineati altri "grandi vecchi" del cinema mondiale come Ken Loach e Francis Ford Coppola mentre figure chiave dei film in franchise tra cui il presidente degli Studi Marvel Kevin Feige e il regista degli "Avengers" Joss Whedon avevano difeso il loro lavoro. Tarantino, che ha 56 anni, e' il nome finora piu' di rilievo della sua generazione ad aver preso la parte del "cinema d'autore". Grazie in buona parte ai film Marvel e alla franchise Lucas Film (oltre al catalogo di Twentieth Century dalla scorsa settimana non piu' Fox), la Disney ha occupato nel 2019 il 40 per cento del box office nordamericano valutato a fine anno 11 miliardi di dollari.
Nel 2019 "c'e' stata una guerra sui film", ha detto Tarantino: "Tanto il box office, quanto le conversazioni culturali sono state occupate negli ultimi anni dai film dei supereroi e dalle franchise, vuoi che siano Marvel Comics, Guerre Stellari, Godzilla o James Bond". Poteva essere una Caporetto, "una supremazia globale", ma non e' successo, secondo il regista, perche' nel frattempo "sono usciti tanti contenuti originali che reclamano di essere visti e che meritano di esser visti nelle sale". Il regista si e' detto particolarmente orgoglioso di esser stato candidato agli Oscar con altri film che rappresentano 'l'altro cinema', quello che "non rientra nella categoria dei blockbuster Ip" e che ha dimostrato di aver "tenuto la linea del fronte" nella guerra per l'anima di Hollywood.
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