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Jane Campion, Metoo come fine Apartheid

Jane Campion, Metoo come fine Apartheid

'Niente come prima, voce artiste su stesso livello di uomini'

BOLOGNA, 30 giugno 2019, 15:46

Federico Del Prete

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Con il movimento #Metoo la situazione delle donne non sarà mai più come prima: è stata come la fine dell'Apartheid". A domanda diretta, in un primo tempo non ha voluto rispondere ("Me la fanno sempre, sono abituata..."), poi Jane Campion sceglie di non tirarsi indietro: "È chiaro a tutti che la voce delle artiste deve essere posta allo stesso livello degli uomini o vogliamo dire che non siamo abbastanza brave? Io non credo proprio", spiega la regista neozelandese, in visita a Bologna per una serie di appuntamenti al Festival del Cinema Ritrovato, che culmineranno domani sera con la proiezione in piazza Maggiore della versione restaurata di 'Lezioni di Piano', Palma d'Oro a Cannes nel 1993. Proprio quel riconoscimento resta l'unico assegnato a una regista donna nella storia del festival francese. "Per molti anni il sistema dei finanziamenti è stato gestito da una struttura patriarcale, impenetrabile fino a poco tempo fa", attacca la Campion. "Ma ormai nulla sarà come prima, tutto è cambiato anche se, comunque, dobbiamo continuare ad abbattere questo muro con qualsiasi mezzo a disposizione". Inevitabile, in Italia, l'omaggio a Lina Wertmuller, che a fine ottobre riceverà il premio Oscar alla carriera: "È un'eroina, una rivoluzionaria, sono felicissima che verrà premiata". Un amore, quello verso la Wertmuller, che arriva da lontano: "Ho visto i suoi film, 'Pasqualino Settebellezze' e altre opere in bianco e nero, a Sydney e venne anche a parlare alla mia scuola di cinema - rivela Jane Campion - Si sedette e ci incoraggiò a rubare tutto il possibile per fare un film, con tutti che la guardavano con stupore e meraviglia: ne rimasi davvero impressionata". Un modello, insomma, insieme a Liliana Cavani, "un'altra regista che amo". Campion non ha nascosto il suo affetto verso 'Lezioni di Piano', che la lanciò sul palcoscenico internazionale: "Mi ricordo il primo giorno di riprese come fosse ieri: mi ero comprata un buffo cappello, delle calze con dei girasoli e gonna blu per apparire un po' sciocca e permettermi di fare tutto quello che volevo". Restaurarne la copia originale è stata "una grande esperienza", perché "rivedendo il dvd, mi sono accorta che non era rimasto nulla del colore originale e così abbiamo preso questo lavoro molto seriamente e siamo riusciti a portarlo a termine". E ha rivelato che l'iconica immagine del pianoforte in mare nacque per necessità: "Dovevamo girare, ma l'acqua si era mangiata tutta la spiaggia, così ho pensato di metterlo lì comunque". Quanto ai prossimi progetti in cantiere ora c'è 'The power of the dog', che vedrà protagonisti Benedict Cumberbatch ed Elisabeth Moss, tratto dal libro di Thomas Savage: "Me ne sono innamorata e forse perché ormai tante registe raccontano storie per donne, per me è venuto il momento di tracciare un ritratto maschile". Un uomo diverso però, promette Campion: "Ci sono molti stereotipi nella rappresentazione maschile, ma a nessuno piace un uomo che sia esclusivamente uomo e non lasci trapelare un lato femminile". E Cumberbatch, "come tutti i grandi uomini, ha questa grande componente in sé e io mi sto divertendo moltissimo, mi sento liberata"

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