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Inaudi, da 'vedova scaltra' a giudice

Inaudi, da 'vedova scaltra' a giudice

Anche in dramma da storia vera e fiction di Risi per Rai1

ROMA, 17 settembre 2017, 18:27

Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un'attrice intensa e sorprendente come Francesca Inaudi, ha saputo alternare fin da inizio carriera cinema, teatro e televisione. Diplomata nel 1999 alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, è già stata diretta da autori come Davide Ferrario (Dopo mezzanotte) con cui debutta al cinema nel 2004, Cristina Comencini (La bestia nel cuore), paolo Virzì (N. Io e napoleone), Carlos Saura (Io, Don Giovanni), Mario Martone (Noi credevamo) ed è diventata un volto popolare anche grazie a fiction come Distretto di polizia, Tutti pazzi per amore, Una pallottola nel cuore e Come fai sbagli. Il 2017 le ha regalato due dei suoi ruoli più impegnativi: quello di una madre vittima della depressione post partum in Ninna nanna di Dario Germani e Enzo Russo, uscito a fine giugno e l'interpretazione in 'Stato di ebbrezza' di Luca Biglione, attualmente in postproduzione, della storia vera di Maria Rossi, artista e cabarettista scoperta da Enzo Jannacci, passata al Maurizio Costanzo Show e Zelig, che ha attraversato, uscendone, il tunnel della dipendenza da alcool e psicofarmaci. ''Dopo due film belli tosti e difficili come quelli, sentivo il bisogno di tornare a un po' di leggerezza ed è capitata questa sceneggiatura, che mi è piaciuta molto'', spiega all'ANSA in una pausa durante le riprese di Finché giudice non ci separi, la commedia corale di Toni Fornari e Andrea Maia. L'attrice è reduce dal successo del debutto a Borgio Verezzi di La vedova scaltra di Goldoni e la vedremo in 'L'Aquila grandi speranze', la fiction per Rai1 di Marco Risi, sul post-terremoto. In Finché morte non ci separi, di cui è protagonista con Augusto e Toni Fornari, Simone Montedoro e Luca Angeletti è Silvie, una giudice che si occupa ''di separazioni e divorzi e proprio per questo non ha una visione rosea sul matrimonio''. Anche perché ''la coppia è una delle istituzioni sociali più complesse da comprendere. In natura ci sono giusto i pinguini e pochissime altre specie che restano insieme per tutta la vita''. Restando in tema di commedia, La vedova scaltra ''è stata un'esperienza molto interessante. Pur avendo svecchiato linguaggio e messa in scena, conserva profondo il segno e il significato che le ha dato Goldoni. E' stato in questo molto bravo il nostro regista, Gianluca Guidi. Ne ha dato una visione originale e sorprendente. Aspettiamo di sapere come sarà la tournee, è uno spettacolo che merita di girare. Per ora il debutto dovrebbe essere a Gorizia a marzo''. Come si vivono ruoli come quelli in Ninna nanna e Stato di ebbrezza? ''Mettono molto alla prova. Soprattutto il secondo, perché ci sono arrivata avendo già fatto per Ninna nanna, un lavoro di preparazione insieme all'acting coach con cui studio da un anno e mezzo negli Usa, Ivana Chubbuck (che negli anni ha lavorato, fra gli altri, con Charlize Theron, James Franco, Halle Berry, Brad Pitt, Jake Gyllenhaal e Jared Leto, ndr). Sono andata ancora più a fondo, è stato un viaggio molto impegnativo ma mi ha molto aiutato una troupe eccezionale, generosa e rispettosa''. Francesca Inaudi non ha voluto incontrare prima, o mentre girava, tra Lazio e Emilia Romagna, Maria Rossi: ''ho cercato di proteggerla. Perché raccontare la tua storia, è una cosa. Vedere qualcun altro che rappresenta fisicamente quello che hai vissuto, ho pensato sarebbe stato troppo pesante. Il giorno infatti che è venuta sul set, mi ha detto che aveva i brividi''. Comunque ''non è una storia d'alcolismo, non si vuole rappresentare un problema - sottolinea - ma raccontare una redenzione, una vittoria, una risoluzione, una lotta''. E 'L'Aquila grandi speranze', di cui è cointerprete con, fra gli altri, Giorgio Tirabassi, Donatella Finocchiaro, Valentina Lodovini, e Luca Barbareschi? ''E' stata un'esperienza breve ma molto intensa e bella. Aveva già lavorato con Marco (in Tre tocchi, ndr) è una persona eccezionale. Si parla di ricostruzione, di come si reagisce a un trauma come quello del sisma, attraverso la prospettiva di un gruppo di adolescenti, che ha una visione molto più aperta anche alla speranza. Penso che sarà una cosa molto forte da vedere''.

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