Trasformare quattro grandi artisti contemporanei che hanno un forte legame con l'Italia, il malese H.H. Lim, il polacco Krzysztof Bednarski, il danese Thorsten Kirchhoff e l'americano Mark Kostabi, in protagonisti di una divertente commedia surreale, che lancia sguardi sul loro mondo e il nostro Paese, tra realtà e favola moderna. E' la sfida vinta da My Italy di Bruno Colella, in sala dal 18 maggio in 40-50 copie con Mediterranea, che ha nel cast, fra gli altri, anche Marco Tornese, Alessandro Haber, Piera Degli Esposti, Jerzy Stuhr, Lina Sastri, Rocco Papaleo, Luisa Ranieri, Nino Frassica, Serena Grandi, Sebastiano Somma, Pietra Montecorvino, Eugenio ed Edoardo Bennato, Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, e come scanzonata guida, Achille Bonito Oliva (che aveva già collaborato in passato con il cineasta).
Colella, regista, autore e attore, teatrale cinematografico e televisivo, abituato ad arricchire i suoi spettacoli anche con opere di video artisti, è partito dall'idea di raccontare "attraverso la commedia l'arte contemporanea, di fronte alla quale in genere si hanno in prevalenza due atteggiamenti, l'esserne in soggezione o pensare 'questo lo so fare pure io'. Amo i corto circuiti, fra dramma, comico e poesia, e mi piaceva mettere in scena questo luna park, dove vediamo gli artisti e capiamo che sono persone disturbate come tutti noi". Nella storia cinema e realtà si confondono: mentre un produttore (Colella) è in giro per l'Europa, tra Polonia e Cannes, insieme al suo assistente-vittima (Tornese) per cercare fondi con cui finanziare un film decisamente fuori del comune, My Italy, i quattro artisti vivono le loro avventure. Bednarski si ritrova davanti casa a Roma la vedova di un camorrista, che gli chiede di realizzare per la tomba del marito una statua identica al suo monumento funebre per Krzysztof Kielowski a Varsavia. Kirchhoff si lancia in un rocambolesco viaggio nel sud Italia, dopo che un idraulico (Papaleo) gli ha comunicato l'intenzione di smantellare, per colpa di una perdita, la sua installazione permanente/toilette/cruciverba alla Certosa di Padula. Mark Kostabi, a cui capita di lasciare in esposizione permanente suoi quadri in importanti ristoranti, chiedendo in cambio di mangiare per tutta la vita gratis, inanella una serie di incontri originali, nel suo giro di vendita d'arte porta a porta. H.H Lim rimane ammaliato dall'apparizione di una misteriosa ed elegantissima donna (Ranieri) e decide di seguirla.
Tra i tanti fatti veri, citati da My Italy, il furto, al cimitero di Varsavia, del monumento funebre (poi ritrovato) di Bednarski per l'amico Kieslowski: "Mi è anche capitato che una vedova mi dicesse di essere pronta a tutto purché realizzassi la statua per la tomba del marito - spiega lo scultore -. Ho amato partecipare al film, perché mostra come si possa parlare d'arte in maniera divertente". Per H.H. Lim, "Bruno è una specie di un mago, per me è come Kaurismaki" e l'amore per arte "è un punto in più che arricchisce la vita". Haber, come gli altri attori, ha detto subito sì alla proposta di Colella, che conosce da anni: "Un film come questo andrebbe mostrato nelle scuole. E' bislacco, nel senso di fuori dall'ordine. Sa unire letteratura, arte e musica. Bruno ha fatto un piccolo grande gioiello".
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