ha detto il regista -. Solo la Merkel, tra i politici, sembra interessata oggi alla sorte dei rifugiati. E questa non è una dichiarazione politica".
In 'The Other Side of the Hope', troviamo da una parte la faccia di pietra di questo ragazzo siriano determinato a voler cambiare vita e, dall'altra, la disincantata bontà di Wikstrom, uno che gioca d'azzardo, uno che ha vissuto molto, che a un certo punto mette su un ristorante dalla labile identità, sicuramente multietnico, come d'altronde il suo bizzarro personale. Da ristorante tipicamente finlandese, diventa sushi per poi passare alla cucina indiana. Scena cult del film quella iniziale che introduce i due protagonisti così diversi tra loro. Khaled spunta da un mucchio di carbone, dove si è rifugiato in una nave cargo appena approdata in porto, mentre Wikstrom è nella sua triste casa pronto a un atto definitivo: abbandonare la moglie. Lo fa senza parole. Prima lasciando le chiavi di casa sul tavolo dove la donna è seduta e poi, quasi per dar forza alla sua decisione, aggiungendo la sua ingombrante fede nuziale. Nel cast di questo film, fortemente candidato all'Orso d'oro, anche: Janne Hyytiäinen, Ilkka Koivula, Nuppu Koivu, Simon Hussein Al-Bazoon, Niroz Haji e Kaija Pakarinen. "Dopo 'Miracolo a Le Havre' questo film può essere consideratola la seconda parte di una trilogia dedicata ai porti e ai rifugiati. La trilogia si potrebbe chiudere forse con qualcosa di più allegro", ha detto oggi il regista a Berlino con la sua solita ironia. E ha aggiunto: "Non sono modesto, vorrei che questo film potesse cambiare l'atteggiamento verso i migranti non solo del pubblico europeo, ma di tutto il mondo. Mi accontento comunque anche della sola Europa". Ma ci tiene a dire poi:"nel mio paese di sei milioni di abitanti ci sono solo trentamila rifugiati, ma c'è chi si sente come in guerra. Questa per me è una cosa intollerabile. Il cinema, come ha detto Renoir, non può cambiare troppo le cose, ma noi siamo tutti esseri umani. Oggi sono loro i rifugiati, domani potrebbe toccare a noi". Infine a chi gli chiede sull'islamizzazione dell'Europa, replica Kaurismaki: "non c'è niente di vero. Sono solo naturali cambiamenti che fanno parte della storia".
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