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TFF: la gioventù sulfurea di Andrea De Sica

TFF: la gioventù sulfurea di Andrea De Sica

Al Torino Film Festival, I figli della notte, unico film italiano in corsa

23 novembre 2016, 14:02

Redazione ANSA

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I protagonisti di 'I figli della notte ' di Andrea De Sica - RIPRODUZIONE RISERVATA

I protagonisti di  'I figli della notte ' di Andrea De Sica - RIPRODUZIONE RISERVATA
I protagonisti di 'I figli della notte ' di Andrea De Sica - RIPRODUZIONE RISERVATA

In un festival in cui i ragazzi sono alle prese con maternità precoci e con i soliti problemi esistenziali che finiscono in commedia, meglio questi 'I figli della notte', opera prima di Andrea De Sica, figlio d'arte due volte. È infatti nipote di Vittorio De Sica (il padre era Manuel) e ha come madre la produttrice Tilde Corsi. Trentacinque anni, laureato in filosofia e cinefilo accanito, porta al Torino Film Festival questa sua opera prima, unico film italiano in concorso, che mischia i generi.

Un lavoro che guarda, tra favola e thriller, a Lynch, Bellocchio e Tatì e con protagonisti due sedicenni, abbastanza sulfurei per non essere stucchevoli, che si trovano in un inquietante collegio, tra le montagne di Dobbiaco, che cita l'Overlook Hotel di Shining. In questa antica struttura asburgica, che ha ospitato tra gli altri Gustav Mahler, si consuma l'abbandono di due adolescenti: Giulio (Vincenzo Crea) ed Edoardo (Ludovico Succio). Nonostante la differenza di caratteri, i due diventano amici in questa struttura per "i dirigenti del futuro" dove, non solo si rispettano le regole, ma si accetta anche, velatamente, la trasgressione (virtù funzionale per i manager). Per i due sedicenni, fenomeni di bullismo e insegnanti inquietanti come Mathias (Fabrizio Rongione). Unica valvola di sfogo, di notte, una casetta nel bosco, come quella di Hans e Gretel pieno di zeppa di escort come Elena (Yuliia Sobol).

"Il film nasce da esperienza diretta di persone a cui sono molto legato e che sono state in collegio - dice a Torino il regista classe 1981 - Mi ha incuriosito che in un collegio negli anni 2000 si abbandonassero ancora sedicenni alle prese con scelte che potevano cambiare la loro vita. Partito da qui mi sono lasciato trasportare dalla mia fantasia e dalla mia idea di cinema, per fare sì un film sugli adolescenti, ma anche di genere". L'idea era anche quella di raccontare "una storia di formazione e di crescita di persone normali che potrebbero diventare potenzialmente pericolose".

Ne I figli della notte, riconosce Andrea De Sica, c'è un po' una lezione che gli viene dal nonno "nella ricaduta di scelte degli adulti sui loro figli, un po' come accade ne 'I bambini ci guardano'. Si tratta, in certi casi, di sopravvivere alla scelta dei genitori o morire". Sulla inaspettata difficoltà di essere 'figli d'arte' dice: "E' quasi più difficile essere figlio di un produttore, come è mia madre, che essere il nipote di Vittorio. Qualcuno mi ha anchE detto: perché non lo fai produrre a tua madre? Bisogna avere pazienza". L'opera prima di Andrea De Sica, ancora senza distribuzione, ha ricevuto il sostegno da IDM Film Commission dell'Alto Adige ed è prodotto da Vivo Film Srl con Rai Cinema, in co-produzione con la società belga Tarantula.

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