Ragazzo problematico in 'Forrest
Gump', naufrago in 'Cast Way', astronauta in 'Apollo 13',
capitano tutto d'un pezzo in 'Salvate il soldato Ryan', giovane
avvocato malato di Aids in 'Philadelphia', cittadino dell'Europa
dell'Est, 'naufrago' ancora, ma in un moderno aeroporto in 'The
terminal'. Questi solo alcuni dei tanti ruoli di Tom Hanks, due
Oscar consecutivi (nel 1994 per Philadelphia e nel 1995 per
Forrest Gump), che compie 60 anni sabato. Antidivo per
eccellenza, faccia da bravo ragazzo senza troppo fascino, su di
lui sono piovuti ruoli di tutti i tipi come potrebbe capitare
all'uomo della porta accanto tanto da meritarsi il soprannome, a
Hollywood, de ''il moderno James Stewart''.
''Non voglio ammettere che posso essere anche cattivo - ha
detto una volta -. Non voglio che qualcuno si crei false
aspettative. Il mondo del cinema è duro e volubile e se tu non
riesci ad essere spietato, c'è il rischio di sparire dalla scena
molto rapidamente. Le apparenze insomma ingannano, specie ad
Hollywood''.
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